MILANO – “La Regione Lombardia non ha un piano per la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria e il rischio è che, ancora una volta, Mantova ci rimetta più degli altri”. A lanciare l’allarme è la consigliera regionale mantovana del PD Antonella Forattini dopo che, ieri in Consiglio Regionale, l’assessore al welfare Letizia Moratti ha risposto all’interrogazione con cui il Partito Democratico chiedeva quale fosse (se ci fosse) il cronoprogramma per riportare alla normalità l’erogazione di prestazioni ambulatoriali, diagnostiche e interventi chirurgici e se fossero previste iniziative per abbattere le liste di attesa.
Si parla della seconda metà dell’anno per gli screening, mentre per le attività chirurgiche sarà lasciato campo libero alle singole Asst. Un sistema che penalizza soprattutto i territori dove l’attività ordinaria si è fermata più di altri, come la provincia di Mantova.
“I dati forniti dalla stessa Asst di Mantova – prosegue la consigliera del PD – mostrano come l’attività chirurgica sia diminuita del 70% durante la pandemia, più che nelle altre province dove le operazioni sono state ridotte ma non a questo livello. Da segnalare, poi, che i numeri sarebbero ancora peggiori se i medici non avessero fatto del loro meglio per sfruttare il canale delle emergenze per conservare un minimo di attività”.
“Auspico che l’Asst di Mantova metta a punto al più presto un piano di ripartenza, condividendolo con i suoi specialisti – commenta la Forattini – bisogna correggere subito il tiro se vogliamo far tornare il nostro ospedale il punto di riferimento della sanità della nostra provincia, con la presenza di tutte le alte specialità. Non possiamo più perdere tempo: vanno smaltite internamente le liste d’attesa, lavorando sull’organizzazione già da adesso”.
Non va meglio su tutto il territorio regionale, uno studio elaborato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) presentato l’aprile scorso che ha evidenziato che rispetto al 2019 c’è stata una riduzione consistente dei ricoveri programmati (-210.647):
interventi per tumore al seno -35%
interventi per tumore alla prostata -42,5%
interventi per by pass si sono più che dimezzati.
Lo stesso è accaduto per le prestazioni specialistiche (-9,4 milioni)
-35,5% degli screening mammografici
-29,8% dei pap-test