Ristoratori, manifestazione a Roma: “Fateci riaprire dal 1° febbraio”. Nella capitale anche il Comitato spontaneo mantovano

Ristoratori, manifestazione a piazza del Popolo: «Fateci riaprire dal 1° febbraio»
Alcuni ristoratori del Comitato spontaneo pubblici esercizi mantovani che hanno preso parte alla manifestazione

“Vogliamo e dobbiamo assolutamente riaprire il 1° febbraio”: sono le parole che oggi sono state ripetute forte dai partecipanti alla manifestazione organizzata a Roma in piazza del Popolo da “Mio Italia -Movimento italiano ospitalità” per chiedere un’apertura in sicurezza dei loro locali . Tra loro una trentina del neonato Comitato Spontaneo Pubblici Esercizi Mantovani che ad oggi conta circa quaranta ristoratori aderenti. I titolari di ristoranti, bar e pub sono arrivati un po’ da tutta Italia per questa terza manifestazione di protesta ribattezzata de “La filiera unita” che ha portato in piazza tutti i protagonisti appunto della catena della ristorazione.
Con loro c’erano anche però attori e altri rappresentanti del mondo del teatro e dello spettacolo che hanno evidenziato anche la loro situazione di grande difficoltà, con ristori ridotti all’osso.
Al Governo non chiediamo ristori ma di poter tornare a lavorare, aprendo i nostri locali”, hanno spiegato i manifestanti. “Perché mai in autostrada si può prendere un caffè 24 ore al giorno e noi non possiamo lavorare?”  Sono le frasi che rimbalzano di continuo sia dal palco di piazza del Popolo che tra i manifestanti. Le stesse che la portavoce del Comitato spontaneo Pubblici esercizi mantovani Annarita Nardini dichiara mentre spiega come la manifestazione odierna sia stata organizzata proprio per gridare forte e “ribadire al Governo il loro diritto al lavoro”. Insieme ai ristoratori mantovani c’erano anche alcuni loro dipendenti, tutti uniti in questa battaglia per poter tornare a riaprire e quindi a lavorare.
Certo ci sono anche cinque proposte da presentare al Governo che vengono dopo però alla necessità ormai non più rimandabile di rialzare le saracinesche dei pubblici esercizi.
Si chiede l’adeguamento del valore dei ristori e la loro estensione; l’unificazione delle imposte sul reddito per il biennio 2020-2021; il contingentamento, per 5 anni, delle licenze attive nel 2019. Poi il capitolo mutui: moratoria per tutto l’anno in corso sui rimborsi, cessione alle banche di tutti i crediti di imposta, proroga della garanzia statale del 100% sui prestiti a tutto il primo semestre di quest’anno e una rimodulazione, significativamente verso il basso, di imposte, tasse, Iva, contributi e oneri previdenziali e assistenziali.
Il Comitato mantovano intanto si è attivato anche a livello locale e nei giorni scorsi si è confrontato con il vicario del Prefetto Giorgio Spezzaferri. Ora verranno inviate alla Prefettura le richieste che il Comitato chiede possano poi essere trasferite al Governo così da poter far arrivare, anche attraverso il canale istituzionale, il grido di dolore di un comparto duramente colpito dalla crisi e che non può rimandare oltre il ritorno all’attività.