Rsa San Benedetto, scatta lo stato di agitazione: “Carenze di organico e sicurezza trascurata”

SAN BENEDETTO PO – Il mancato rispetto degli accordi sindacali in tema di cambi turno, la carenza di organico, il mancato rispetto delle norme in tema di salute e sicurezza e gli altissimi livelli di stress causati dall’atteggiamento della nuova direzione. Sono questi alcuni dei problemi che hanno portato i sindacati e i lavoratori a proclamare lo stato di agitazione
da ieri, lunedì 22 aprile nella Rsa di San Benedetto Po, gestita dalla Cooperativa Sanithad. A dirlo le organizzazioni sindacali – Fp Cgil Mantova e Cisl Fp Asse del Po – che hanno indetto lo stato di agitazione ed esposto le loro bandiere davanti alla sede della Casa di riposo in segno di protesta.

“Nella Rsa lavorano circa 39 persone, quasi la totalità donne – affermano i sindacati in una nota unitaria -. I problemi si trascinano da anni ma solo nell’ultimo anno l’atteggiamento della Dirigenza interno all’Rsa di San Benedetto ha fatto si che si che il personale preso allo sfinimento abbia dato effettivamente il mandato a procedere con lo stato di agitazione”.
“Da anni ormai, – spiega Najoua Chahramane Funzionaria Fp Cgil Mantova – abbiamo segnalato problemi e svolto diversi tavoli di trattativa, molti dei problemi segnalati con tanta fatica e pazienza, sono stati risolti attraverso accordi sindacali. La Cooperativa nonostante le difficoltà, ha sempre avuto un atteggiamento positivo e collaborativo nei confronti delle Organizzazioni sindacali, ma con l’insediamento del nuovo Direttore e Coordinatore all’interno della struttura i climi lavorativi sono degenerati e le relazioni sindacali si sono completamente incrinate. In un periodo storico come questo in cui la carenza di personale è sempre più importante, in cui si lavora in pianta stabile in carenza di organico l’atteggiamento ostile, prepotente e la mancanza di rispetto da parte della nuova Direzione della Struttura nei confronti del personale sono ad oggi insostenibili e inaccettabili”.
“Siamo a conoscenza della difficoltà delle carenze di organico ma il tema della sicurezza deve tornare al centro dell’attenzione per la tutela della salute e sicurezza del personale – afferma Rosanna Magnani di Fp Cisl Asse del Po –. Ci siamo incontrati più volte con la Cooperativa e sembrava avessimo trovato la soluzione alle difficoltà del personale, ma l’atteggiamento del Coordinamento è sempre poco empatico nei loro confronti. La situazione oramai insostenibile l’ha spiegata in modo chiaro la collega Fp Cgil, è tempo che il Sindacato prenda delle posizioni inequivocabili a tutela delle lavoratrici e i lavoratori di questo comparto che stanno soffrendo la situazione scaturita dopo la pandemia”.
Nel proclamare lo stato di agitazione, le organizzazioni sindacali hanno deciso di sospendere tutto il lavoro straordinario e supplementare e hanno chiesto un tentativo di raffreddamento presso la Prefettura di Mantova.
L’azienda nella serata del 23 aprile ha comunicato la disponibilità all’apertura del dialogo; le organizzazioni sindacali si riserveranno di valutare insieme alle delegate se accettare la proposta o se incontrarsi direttamente in Prefettura in un tavolo “protetto”.

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