Rsa: “subito aiuti per caro energia e personale”. Al Mazzali 90 mila € di risparmio con la restituzione degli extrautili

MANTOVA – C’è il problema del caro energia, quello più immediato, e c’è il problema già presente oggi, ma che rischia di farsi sempre più pesante nel medio e lungo termine, della mancanza di personale.
E’ quanto emerso ieri pomeriggio durante il lungo confronto tenutosi alla Fondazione Mazzali che ha visto intervenire i vertici provinciali delle associazioni Uneba e Apromea Adriano Robazzi e Mara Gazzoni e il presidente di Uneba Lombardia Luca Degani.
Alle due associazioni fanno riferimento la metà delle cinquanta Rsa mantovane.
Tra il pubblico ci sono dirigenti di Asst e Ats, rappresentanti delle categorie professionali e del terzo settore, i parlamentari Andrea Dara, Paola Mancini e Antonella Forattini, i consiglieri regionali Alessandra Cappellari e Andrea Fiasconaro, e l’assessore al welfare di Mantova Andrea Caprini.

E’ Mara Gazzoni, padrona di casa in quanto presidente della Fondazione Mazzali, a prendere per prima la parola, e a fare un quadro molto esaustivo della situazione delle Rsa che ormai a tutti gli effetti svolgono un ruolo di “assistenza sociale”.
“L’aumento delle bollette ha costretto e costringe ad incrementare le rette, non riusciamo più ad avere erogazioni liberali, per trovare risorse cerchiamo bandi ovunque perchè il nostro obiettivo è quello di mantenere la qualità dei servizi erogati” dichiara la presidente la quale evidenzia anche come il provvedimento del sindaco Mattia Palazzi che ha restituito in bolletta gli extrautili del teleriscaldamento si sia tradotto per il Mazzali “con 90 mila euro di risparmio”.
Gazzoni chiede ai parlamentari di “incidere sul governo nazionale” e torna a lamentare una “scarsa attenzione alle Rsa da parte della Regione, così come poca attenzione era arrivata dalla Riforma sanitaria”. Poi evidenzia ancora una volta “la difficoltà del reperimento del personale, in particolare infermieri e Operatori socio sanitari (Oss)”.
Ed è proprio quest’ultimo il punto che spaventa di più Robazzi. Per il presidente di Uneba Mantova il problema più difficile da affrontare sarà quello del personale che rappresenta l’80% dei costi di una Rsa. “Dopo l’esodo negli ospedali dove i contratti sono più competitivi rispetto a quelli delle Case di Riposo ora ci troveremo con gli ospedali di comunità e le case di comunità che porteranno via tutto il personale alle nostre struttture. Ma se dobbiamo pensare a rivedere i contratti di quanto allora dovremo alzare le rette?” si chiede Robazzi che invoca “alleanze sia con i sindacati dei pensionati che dei lavoratori”.
C’è anche il problema delle risorse del Pnrr. In Lombardia, dove si conta il 50% di tutte le Rsa italiane, la maggior parte di queste sono ex Ipab trasformate in Fondazioni. Peccato che il Pnrr abbia una connotazione completamente pubblica e quindi nemmeno questo, così come è stato sin qui impostato, può rappresentare una risposta adeguata alle difficoltà delle Rsa che in Lombardia devono scontare già una Riforma sanitaria che non le aveva contemplate o quasi ritenendole soggetti privati.

Molte cose vanno dunque cambiate. E le disponibilità di sostegno vanno aumentate ad iniziare dai 50 milioni di euro previsti nel decreto Aiuti ter che dovrebbero essere incrementati almeno a dieci volte tanto. Lo spiega Degani che rimarca poi anche la necessità di “una riforma completa del terzo settore”.
Un quadro dunque, quello emerso dall’incontro al Mazzali, di grande difficoltà e da affrontare con estrema urgenza “rendendosi conto che aumenti a regime (quindi ad aprile 2023) di 1,20 euro a tariffa come quello previsto da Regione Lombardia sono ben lontani dal poter dare un aiuto concreto.
Dopo quelli dei rappresentanti di Apromea e Uneba ci sono stati diversi interventi tra il pubblico, compresi quelli dei consiglieri regionali e dei parlamentari presenti che in maniera bipartisan hanno evidenziato l’impegno a farsi carico delle tante criticità emerse nelle rispettive sedi istituzionali.
Intanto però, nonostante il periodo non facile, i progetti non si fermano: ne è un esempio la sperimentazione di Telemedicina su cui stanno ragionando Asst Mantova e Fondazione Mazzali. Questa dovrebbe consentire agli anziani ospiti della Rsa di evitare in diverse situazioni il ricorso al Pronto soccorso dove rischiano di rimanere per ore su una barella. Qualora poi la sperimentazione dovesse risultare positiva sarebbe ampliata anche alle altre Case di Riposo del territorio.