S.Martino, torna la tassa sui passi carrai. Renoldi: “Scelta dolorosa per far quadrare i conti”

SAN MARTINO DALL’ARGINE – Il Comune di San Martino dall’Argine ha deciso di reintrodurre la tassa sui passi carrai, una misura che – come sottolinea il sindaco Alessio Renoldi – non rappresenta una scelta di “fare cassa”, ma una necessità imposta dalle condizioni di bilancio sempre più complesse per gli enti locali.

Negli ultimi anni le spese correnti sono aumentate in maniera significativa: tra le maggiori spese, un aggravio di 40mila euro sui servizi sociali, per arrivare alle cose più semplici, dal materiale d’ufficio alle bollette. L’inflazione, unita al rincaro generalizzato dei costi, ha reso sempre più difficile mantenere un equilibrio nei conti. A questo si aggiunge il calo dei trasferimenti statali: dal 2013 a oggi, il Comune ha già subito quattro riduzioni di risorse, l’ultima proprio nel 2025, con un nuovo taglio deciso dal Governo.

«Noi amministratori sappiamo bene che le tasse sono fastidiose e non portano consenso – ha dichiarato Renoldi – ma non avevamo alternative. IMU e addizionale IRPEF sono già al massimo, e non è possibile aumentarle. Per questo abbiamo scelto di reintrodurre la tassa sui passi carrai, che era stata eliminata diversi anni fa in un periodo economicamente più favorevole. Capisco il malumore dei cittadini, ma è un provvedimento di responsabilità».

Il sindaco ha anche ricordato che il Comune non ha guardato solo alle entrate, ma ha operato tagli e razionalizzazioni interne: riduzione delle spese di personale (senza sostituzioni in caso di pensionamenti), taglio dei contributi per fiere e associazioni, vendita di alcuni terreni comunali e revisione di diverse voci di bilancio.

Il quadro finanziario resta comunque complesso: «Finché non termineremo di pagare i mutui contratti negli anni passati e i rimborsi dovuti a Regione Lombardia per la vicenda della ex-Metalrecuperi, saremo costretti a mantenere questa linea di rigore – ha aggiunto Renoldi –. Ogni anno diventa più difficile chiudere il bilancio, ma abbiamo il dovere di garantire i servizi pubblici essenziali, in particolare quelli rivolti a scuola e sociale».