Smog: il lockdown non migliora la qualità dell’aria di Mantova e del resto della Lombardia

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Nonostante il lungo periodo di lockdown, l’aria della Lombardia non è migliorata. A confermarlo è la consueta rilevazione della qualita’ dell’aria svolta dall’Arpa, presentata oggi a Palazzo Lombardia dall’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo e dal presidente dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, Stefano Cecchin
Dai dati emerge che, per il terzo anno consecutivo, nel 2020 la Lombardia ha rispettato i limiti per quanto riguarda il Pm10, anche se c’è stato un leggero e inaspettato peggioramento della media annua e un aumento dei giorni di superamento del limite. Anche a Mantova i dati sono in peggioramento con 66 giorni di superi dei livelli di pm 10 nel 2020 contro i 57 dell’anno precedente. 

Netto miglioramento dei livelli di biossido di azoto    

Le cose sono invece molto migliorate per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), nettamente calato rispetto alla rilevazione precedente per effetto del lockdown. I primi giorni di questo 2021 sono invece andati piuttosto bene, soprattutto grazie alle buone condizioni atmosferiche, tanto che da inizio anno si è registrato un solo giorno di superamento della soglia, Capodanno. “Visto il lockdown, ci aspettavamo un netto miglioramento della qualità dell’aria – ha commentato l’assessore Cattaneo -, ma così non è stato. Ciò significa che non è così evidente la correlazione tra traffico e qualità dell’aria”.

PM10, dati superamento limite per provincia 

Per quanto riguarda il superamento della media giornaliera di 50 µg/m3 di Pm10, a Milano è successo 90 volte, 78 a Cremona, 66 a Mantova e a Monza, 64 a Pavia, 62 a Brescia, 59 a Lodi, 46 a Bergamo e a Como, 25 a Varese, 24 a Lecco e 7 a Sondrio. Sono 3 pertanto i capoluoghi di provincia in cui è stato rispettato il limite previsto dalla normativa italiana ed europea di non più di 35 giorni oltre soglia.
Nel 2019 il numero di giorni di superamento era risultato complessivamente pari a 72 giorni a Milano, 65 a Pavia, 64 a Cremona, 57 a Mantova, 55 a Lodi, 53 a Brescia, 44 a Monza, 29 a Bergamo, 27 a Como, 19 a Lecco, 17 a Varese e 9 a Sondrio. Ampliando il periodo di analisi si osserva come il numero di giorni di superamento fosse però, qualche anno fa, ben maggiore. Per esempio, nel 2006, i giorni di superamento della soglia erano risultati rispettivamente pari a 149 a Milano, 138 a Cremona, 113 a Pavia, 162 a Lodi, 145 a Monza, 148 a Mantova, 146 a Brescia, 90 a Bergamo, 102 a Como, 83 a Lecco, 56 a Varese, 138 a Sondrio.

Il PM2.5 dati diminuzione per provincia
Analogamente al Pm10, anche per il Pm2.5 il dato 2020 conferma il trend in progressiva diminuzione nel corso degli anni, con dati in generale poco più elevati che nel 2019 ma, nella maggior parte delle stazioni, intorno o inferiori a quelli del 2018.
Nel 2020 il valore limite annuale pari a 25 µg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni di monitoraggio del programma di valutazione regionale. Con la sola eccezione di Cremona Fatebenefratelli, Soresina e Spinadesco dove la media annua è risultata pari rispettivamente a 26 µg/m3, 27 µg/m3 e 28 µg/m3.Nei capoluoghi di provincia le concentrazioni si sono attestate sui seguenti valori (dato peggiore della città): Cremona 26 µg/m3, Milano 25 µg/m3, Lodi 24 µg/m3, Brescia e Pavia 23 µg/m3, Bergamo, Como e Monza 22 µg/m3, Mantova 20 µg/m3, Varese 19 µg/m3, Sondrio 16 µg/m3 e Lecco 14 µg/m3.
Nel 2019 la situazione era comunque confrontabile. Infatti, la massima concentrazione media annua nei capoluoghi è stata rispettivamente a Cremona di 26 µg/m3, Brescia 25 µg/m3, Pavia e Lodi 23 µg/m3, Milano e Mantova 21 µg/m3, Bergamo, Como e Monza 20 µg/m3, Varese 19 µg/m3, Sondrio 17 µg/m3 e Lecco 13 µg/m3.

Biossido di azoto (NO2), lo stato delle province 
L’No2 ha fatto registrare un’ulteriore diminuzione rispetto all’andamento osservato negli anni precedenti, complessivamente già in miglioramento su base pluriennale, con concentrazioni medie annue nel 2020 inferiori a quelle del 2019; sebbene siano ancora presenti alcuni superamenti del valore limite sulla media annua (pari a 40 µg/m3), in particolare in stazioni da traffico degli agglomerati urbani. La situazione delle medie annue dell’NO2 del 2020, con riferimento alle stazioni peggiori dei capoluoghi di provincia, è la seguente: Milano 48 µg/m3, Monza 44 µg/m3, Brescia 41 µg/m3, Lecco 33 µg/m3, Bergamo, Como e Pavia 31 µg/m3, Lodi 29 µg/m3, Cremona e Mantova 27 µg/m3, Varese 26 µg/m3, Sondrio 20 µg/m3. Nel 2019 le medie annue erano risultate rispettivamente pari a Milano e Brescia 58 µg/m3, Monza 46 µg/m3, Como 40 µg/m3, Bergamo 39µ g/m3, Lecco e Pavia 35 µg/m3, Cremona, Lodi e Varese 33 µg/m3, Mantova 32 µg/m3, Sondrio 26 µg/m3.
Anche per l’NO2 si conferma del resto, al di là delle fluttuazioni tra un anno e l’altro, il trend in diminuzione su un periodo più lungo: a Milano viale Marche la media annua di NO2 si attestava a 76 µg/m3 nel 2007 e a 86 µg/m3 nel 2000.

Ozono (O3) la situazione  
Complessivamente, il 2020 ha fatto registrare una situazione migliore rispetto al 2019 in riferimento al numero di superamenti delle soglie di informazione e di allarme. Si sono registrati tuttavia, come anche negli anni precedenti, diffusi superamenti sia del valore obiettivo per la protezione della salute, sia di quello per la protezione della vegetazione. In particolare, il valore obiettivo per la protezione della salute di non più di 25 giorni con la massima media mobile su 8 ore superiore a 120 µg/m3, risulta superato in tutte le province lombarde.

In dettaglio, nel 2020 si sono registrati, nella stazione peggiore, 116 giorni di superamento dell’obiettivo per la protezione della salute nella provincia di Lecco, 92 in provincia di Como, 86 in provincia di Lodi, 85 in provincia di Milano e Varese, 84 in provincia di Bergamo, 82 in provincia di Brescia 74 in provincia di Monza e Brianza, 73 in provincia di Mantova, 67 in provincia di Cremona, 55 in provincia di Pavia e 30 in provincia di Sondrio a fronte di un valore obiettivo di non più di 25 giorni oltre la soglia (da valutarsi come media su tre anni).

Recovery Fund: “nella bozza non ci sono fondi per interventi per il miglioramento della qualità dell’aria”

Cattaneo ha anche evidenziato come nella bozza del Recovery Fund non ci sia alcun impegno finanziario per interventi relativi in maniera specifica alla qualità dell’aria.
“A pagina 13 – precisa Cattaneo – se ne fa un piccolissimo cenno che poi, però, non è ripreso nell’articolazione degli stanziamenti nei capitoli successivi. Ricordo che già a novembre le Regioni del Bacino padano, sulla qualità dell’aria, avevano avanzato una richiesta specifica e puntuale che, però, non ha trovato spazio nel testo. Le Regioni hanno scritto nuovamente al presidente del Consiglio affinchè nel Piano siano previsti tali investimenti

Da Regione fino a 8 mila euro per acquisto di auto elettriche

Durante la presentazione è stato annunciato che nel corso del biennio 2021-22 Regione Lombardia incentiverà la sostituzione dei veicoli privati, commerciali e degli Enti pubblici. Un pacchetto di oltre 100 milioni di euro, che saranno destinati anche al riscaldamento, all’agricoltura e all’energia. “Entro il mese di febbraio – ha spiegato l’assessore Cattaneo – apriremo un nuovo bando per la sostituzione dei veicoli privati. Per il biennio 2021/22 mettiamo a disposizione 36 milioni di euro (risorse statali derivanti dagli accordi per la qualità dell’aria e risorse regionali). Una cifra doppia rispetto all’anno scorso. Un’auto elettrica, ad esempio, potrà beneficiare di uno sconto regionale fino a 8.000 euro che, sommato a quello nazionale (8.000 anche in questo caso) e ai 2.000 di sconto obbligatorio, porta a un costo competitivo molto competitivo”.
Per gli altri veicoli gli incentivi variano da 2.000 a 5.000 euro in base alla categoria emissiva.

52 milioni per colonnine ricarica e sostituzione caldaie negli edifici pubblici

A queste misure si aggiungeranno altri 52 milioni di euro (provenienti dalla legge 9 sempre per il biennio 2021/22) per finanziare i bandi per le colonnine di ricarica (5 milioni) per gli Enti pubblici e per la sostituzione delle caldaie degli immobili pubblici (8 milioni)
Altri 10 milioni sono destinati agli impianti e reti locali a biomassa per la produzione e distribuzione di energia; 9 milioni alla de-impermeabilizzazione, con alberatura e rinverdimento delle aree pubbliche per il contrasto al cambiamento climatico e 20 milioni di euro sono destinati agli accordi negoziali per l’adeguamento tecnologico di impianti per la climatizzazione o per l’incremento dell’efficienza energetica per impianti e strutture pubbliche