Saldi al via il 5 gennaio ma è già caccia agli sconti. Confesercenti: servono regole certe

MANTOVA – La stagione dei saldi è alle porte. Il 5 gennaio prenderanno il via a Mantova e nel resto della Lombardia le vendite di fine stagione invernali, il primo grande appuntamento commerciale del 2023 e uno tra i più attesi dai consumatori. La durata massima del periodo di promozione è di 60 giorni per cui termineranno domenica 5 marzo. Purtroppo, però, l’evento rischia di essere anticipato e “diluito”’ dalla valanga di pre-saldi e sconti iniziati già a Santo Stefano, in particolare per i clienti fidelizzati a cui vengono inviati sms con le promozioni e sui social, e da quando si sarebbe importata la tradizione dei Boxing Days, il periodo di sconti celebrato nel Regno Unito che inizia proprio il 26 dicembre.

Una consuetudine che rischia di disorientare i consumatori e travolgere il vero e proprio evento dei saldi invernali, arrecando danno agli imprenditori che correttamente attendono il giorno stabilito per dare il via alle vendite di fine stagione, a tutto vantaggio soprattutto dei grandi marchi e delle piattaforme web (ma anche di qualche negozio del retail fisico), che hanno già iniziato a bombardare d’offerte i consumatori. Prende posizione al riguardo Fismo Confesercenti della Lombardia Orientale, la cui presidente Francesca Guzzardi dichiara: “Dopo avere fatto nostro il Black Friday, adesso arrivano anche i Boxing Days, un’altra trovata, l’ennesima, per intercettare in anticipo i consumatori prima che prendano il via ufficialmente i saldi invernali. Questa strategia ha fortemente ridimensionato, rispetto a quanto accadeva in passato, il portato di attrazione dei saldi ed il richiamo degli sconti di fine stagione sui consumatori a svantaggio, soprattutto, della rete dei negozi di abbigliamento fisici, per i quali i saldi valevano fino a qualche anno fa fino al 30% del fatturato annuale. Purtroppo – prosegue la presidente Fismo – questa pratica commerciale delle vendite anticipate con sconto e anche sottocosto è ormai diffusissima ed è diventata un mezzo con cui si cercano di recuparare i volumi perduti in questi anni di difficoltà. Ma non possiamo far finta di non vedere che questo modus operandi, di fatto, penalizza le attività meno strutturate e gli esercizi più piccoli, che non possono competere contro campagne promozionali così aggressive”. Solitamente, per i saldi tradizionali, i consumatori premiano i negozi di vicinato dei quali possono verificare la veridicità dell’offerta. Al contrario, la spinta del marketing verso pre-saldi, vendite private e promozioni speciali finisce col disorientare il consumatore e ne riduce le tutele, in quanto è indotto a confondere le vendite promozionali con i saldi di fine stagione. “I saldi di fine stagione – puntualizza Francesca Guzzardi – sono un evento commerciale del tutto diverso da queste vendite promozionali in quanto si applicano solo a prodotti che hanno una stagionalità, come abbigliamento e accessori moda, seguendo una precisa disciplina giuridica. Dobbiamo – conlude la presidente – porre un freno a tutta questa confusione, rivedere le regole per garantire sconti trasparenti ai consumatori e tutelare le imprese dalla concorrenza poco corretta, anche magari avvicinando di più la data di partenza dei saldi alla fine reale della stagione”.