Sciopero dei lavoratori Versalis: “Subito un tavolo sulla chimica al Mise”

MANTOVA – Un’adesione tra il 30 e il 40% dei lavoratori giornalieri Versalis di Mantova allo sciopero di 4 ore proclamato da Filctem Cgil e Uiltec Uil in contemporanea ai petrolchimici di Venezia e Ferrara per protestare contro la chiusura del cracking e aromatici a Porto Marghera che, secondo i sindacati, creerebbe un effetto domino anche sugli stabilimenti di Mantova, Ferrara e Ravenna.
A Mantova sono 1150 i lavoratori di Versalis a cui si sommano i 350 dell’indotto. “Siamo abbastanza soddisfatti soprattutto del segnale forte che è stato dato all’azienda e alle istituzioni – spiega Giovanni Pellizzoni, segretario generale della Uiltec Uil Mantova che evidenzia come serva subito “un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico con tutti gli attori. Serve conoscere il piano industriale e sapere cosa vuole fare Eni della chimica italiana”.
Pellizzoni sottolinea anche il problema degli approvvigionamenti di etilene e propilene e il loro aumento dei costi visto che con la chiusura del cracking a Porto Marghera questi dovranno arrivare nello stabilimento virgiliano con altri mezzi. Anche in questo caso il segretario Uiltec chiede che Eni Versalis faccia chiarezza su ciò che intende fare.
“Serve un tavolo unico perchè questa è una vertenza nazionale, una vertenza che riguarda il futuro della chimica italiana” ribadisce Michele Orezzi, segretario generale Filctem Cgil Mantova che torna a chiedere a “Regione Lombardia un protagonismo maggiore rispetto a quanto avuto nei tavoli nazionali”.

Al presidio davanti allo stabilimento di Mantova hanno preso parte anche il consigliere regionale Antonella Forattini, Marco Carra della segreteria regionale Pd, e il sindaco di Mantova Mattia Palazzi il quale ha evidenziato come Versalis debba “presentare un piano indudtriale nel quale siano chiari quali e quanti sono gli investimenti e in che tempi si pensa di realizzarli”.
Allo sciopero ricordiamo non ha aderito la Femca Cisl convinta che in questa fase non serva alzare i toni della discussione ma sia necessario invece che il tavolo al Mise si riunisca il prima possibile e definisca “investimenti, tempi e interventi necessari per il mantenimento delle produzioni negli stabilimenti come Mantova legati agli approvvigionamenti in arrivo dalla logistica di Porto Marghera e non più dal cracking”.

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