MILANO – In 160 da Mantova a Milano stamani per partecipare al presidio in Piazza Lombardia in occasione dello sciopero indetto da Cgil e Uil e per protestare contro la manovra economica.
“Matteo Salvini ha definito lo sciopero di oggi un capriccio, arrivando a dire che le lavoratrici e i lavoratori hanno organizzato un “weekend lungo”. Affermazioni volgari, tese a svilire la rinuncia delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico, della scuola, dei trasporti e dei servizi afferenti agli appalti a una giornata di retribuzione per chiedere l’aumento dei salari penalizzati dall’inflazione e per contestare una manovra economica iniqua – dichiara il segretario generale della Cgil di Mantova Daniele Soffiati – Eravamo in 60 oggi da Mantova al presidio sotto Palazzo Lombardia. I primi riscontri dalla nostra provincia parlano nei trasporti di un’adesione allo sciopero del 65-70%. Quanto al pubblico: nei servizi socio-sanitari ed educativi sono andate al lavoro solo le persone precettate. Scuola: bisogna aspettare domani per conoscere i dati di adesione. Venerdì prossimo, 24 febbraio, sciopereranno in tutto il nord Italia tutti gli altri comparti. Manifestazione a Mantova alla mattina, con corteo da piazzale Gramsci e arrivo in piazza Martiri di Belfiore” conclude Soffiati
“Quasi cento delegati partecipanti allo sciopero tenutosi a Milano con un bus e auto proprie. Questi i numeri che le categorie della Uilfpl, Uiltucs, Uilscuola, Uiltrasporti e Uilpensionati di Mantova hanno espresso partecipando all evento in forma di disappunto alle decisioni proprie del Governo Meloni” dichiara il coordinatore della Uil Cremona-Mantova Fabio Caparelli.
“Servono rinnovi dei contratti come la detassazione degli aumenti contrattuali e della contrattazione di II livello. Specie nel settore della sanità, dove invece continuano i tagli e si sfruttano i medici gettonisti! Il Governo dice che mancano le risorse. Eppure erano sempre loro che ad agosto facevano una grande campagna in cui promettevano di tassare gli extra-profitti di banche e multinazionali. Ma non le hanno toccate. Come non hanno toccato gli evasori fiscali, anzi hanno fatto condoni preventivi. Sono i lavoratori e pensionati tassati alla fonte che mandano avanti questo Paese e dopo una vita di lavoro, li attende la riforma di opzione donna e l’Ape sociale. Una vergogna. È arrivato il momento di redistribuire la ricchezza”.