Il mondo del calcio, e non solo, si spacca. Dopo un susseguirsi di voci e reazioni, poco dopo la mezzanotte arriva l’ufficialità: nasce la Superlega. “Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori”, si legge in una nota. Le dodici società sono: per l’Italia Inter, Juventus e Milan; per l’Inghilterra Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham; per la Spagna Atletico Madrid, Barcellona e Real Madrid. Questi 12 club “hanno tutti aderito in qualità di club fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile”. Un terremoto annunciato, a dispetto delle forti prese di posizione assunte in primis dalla Uefa che già ieri pomeriggio, prima ancora dell’annuncio ufficiale, parlando anche a nome delle tre federazioni calcistiche principali (inglese, spagnola e italiana) e delle relative Leghe nazionali (Premier League, LaLiga e Lega Serie A), minacciava di adottare “tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo”.
“Ai club interessati – hanno messo subito in chiaro da Nyon – sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali”. Posizione condivisa anche dai principali leader politici, da Macron a Johnson, fino al vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas. E anche la Fifa, dopo l’annuncio dei 12 club, esprime la sua “disapprovazione per una ‘lega separatista europea chiusa’ al di fuori delle strutture calcistiche internazionali e che non rispetta i principi fondamentali di solidarietà, inclusività, integrità ed equa ridistribuzione finanziaria”. Lo scenario che si prospetta vede i 12 club coinvolti contro tutti. “Queste squadre che aderiscono al progetto hanno una grande responsabilità, rischiano di uccidere il nostro campionato nazionale”, ha tuonato Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, che si fa portavoce del malcontento nella Lega di A dove “c’è grande conflittualità su tutto, sui fondi d’investimento, sui diritti tv, ci sono state anche sette società che hanno sfiduciato Dal Pino. Ora tutto questo può avere una spiegazione, capiamo che c’era un progetto completamente diverso. Probabilmente siamo stati presi in giro”.
Parole dure arrivano da ogni fronte e lasciano presagire una guerra legale che lascerà parecchi strascichi. Il tutto con l’Esecutivo Uefa in programma oggi sullo sfondo che dovrebbe approvare il nuovo format della Champions League post-2024, con un allargamento delle partecipanti da 32 a 36 per un totale di 100 partite in più all’anno. Progetto che sembrava dovesse scongiurare la Superlega e invece ecco la frattura. Dodici società, che dovrebbero diventare 15 (Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Psg le ‘indiziate’ anche se finora hanno rifiutato qualsiasi coinvolgimento), sono pronte a dare vita a un torneo d’elite dove di volta in volta saranno ammesse altre cinque squadre “che verranno selezionate sulla base dei risultati conseguiti nella stagione precedente”. Il format è quello di due gironi da dieci con partite d’andate e ritorno, con le prime tre promosse direttamente alla fase a eliminazione diretta e quarta e quinta che si affronteranno in una doppia sfida per gli ultimi due posti disponibili, fino a una finale in gara secca in campo neutro. Nelle intenzioni degli organizzatori, si giocherà da agosto a maggio, non è ancora chiaro da quale anno (si parla del 2022), con le squadre che però intendono continuare “a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club”.
Presidente della neonata Superlega è Florentino Perez, con Andrea Agnelli – che ha rassegnato le dimissioni dalla guida dell’Eca e rinunciato al posto nell’Esecutivo Uefa – e Joel Glazer come vice. Il nuovo torneo annuale “fornirà una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega – assicurano i 12 club – Questi contributi di solidarietà saranno sostanzialmente più alti di quelli generati dall’attuale competizione europea e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club”. Le società che hanno dato vita alla Superlega incasseranno “un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d’investimento in infrastrutture e per bilanciare l’impatto della pandemia Covid-19”. Ecco, la Superlega come risposta alla pandemia. Ma tutti gli altri non ci stanno. Dopo lo scisma, è pronta la guerra.
(ITALPRESS).