Scuola: “contagi troppo alti, rinviare la riapertura”, lo chiedono Regioni, Cts e Snals

Il ministro Bianchi:

Mancano quattro giorni alla riapertura delle scuole. Ma i contagi rimangono alti e gli esperti temono sempre più la terza ondata. I prefetti hanno dato il via libera al ritorno dei 50% degli studenti in classe, con ingressi e uscite scaglionati e capienza dei mezzi pubblici dimezzata (vedi: Scuole: doppio turno anche in provincia ma con attuazione graduale Ritorno a scuola in città: ingressi scaglionati su turni quindicinali degli istituti) ma le Regioni frenano e chiedono un nuovo confronto con il governo in merito al ritorno a scuola.
A fare resistenze è anche il Comitato tecnico scientifico (Cts) che, alla luce del numero di nuovi casi e decessi giornalieri da Covid, invita alla “prudenza”.
L’ipotesi avanzata dal coordinatore del Cts, Agostino Miozzo punta a un rinvio di almeno due settimane, con ipotetico rientro fissato per il 18 gennaio, sempre che il quadro epidemiologico lo permetta. Già oggi è previsto l’incontro tra la cabina di regia e i vertici dell’Istituto Superiore di Sanità, per valutare se effettivamente sussistono le condizioni per la riapertura delle scuole.
“Se c’è preoccupazione diffusa nel Paese che questa possa comportare  ancora un rischio, alla luce dei numeri che ci sono, eventualmente ci si ritrova e si discute. E capiamo anche il governo cosa ritiene, visto che ho sentito anche voci che provengono da esperti che il governo utilizza per prendere decisioni che poi riguardano la parte scientifica”, ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
Anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia insiste perché si rimandi il rientro in classe. Preoccupazione condivisa dall’assessore alla Scuola in Lazio, Alessio D’Amato, che ha lanciato un appello: “Con questi dati in crescita, faccio un appello al governo a riflettere bene sulla riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio. Devono restare chiuse in tutta Italia”. Intanto la Puglia sarebbe intenzionata a lasciare alle singole scuole la possibilità di scegliere se continuare con la didattica a distanza.
Anche lo Snals, il sindacato autonomo più rappresentativo del mondo della scuola, chiede lo stop al rientro: “La riapertura della scuola il 7 gennaio è troppo rischiosa. Stiamo prendendo atto dei problemi dell’aumento dei contagi di questi giorni. Il giorno 18 gennaio potremmo già avere un’idea dell’andamento epidemiologico e decidere a ragion veduta”, dice la segretaria del sindacato Elvira Serafini.
Il timore è che le scuole riaprono per poi richiudere tra poche settimane quando ormai i contagi sarebbero in veloce crescita come la pressione sugli ospedali. In questo caso sarebbe assai difficile un successivo ritorno tra i banchi per l’anno scolastico in corso.

 

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