Scuola, i sindacati mantovani: “Organici, trasporti e piano estate: permangono criticità”

Due studenti dell'Istituto Gonzaga di Castiglione positivi al Covid. Altre due classi in isolamento

MANTOVA – Ieri si sono incontrate le segreterie dei sindacati mantovani della scuola, per valutare gli aspetti e le criticità della situazione scolastica in vista della chiusura dell’anno scolastico e in prospettiva della riapertura autunnale. La sintesi in un documento firmato dalle organizzazioni sindacali: Cisl Scuola con Salvatore Militello, per Flc Cgil Pasquale Andreozzi, per Snals Roberta Marzano e per Uil Scuola Felice La Macchia.

“In relazione agli organici, in base ai decreti emanati dal USR Lombardia, si registra una riconferma del numero complessivo di personale sia docente, sia ATA, nonostante il persistente calo demografico (nella sola scuola primaria si prevede una contrazione di circa 600 alunni). Tuttavia – fanno sapere i sindacati -, le organizzazioni sindacali rilevano talune criticità in relazione alla consistenza degli organici, non solo legate alla lunga fase emergenziale condizionata dalla pandemia. Nonostante gli annunci sull’organico aggiuntivo Covid, sia per il personale di segreteria, sia per i collaboratori scolastici, sia per i docenti, esso si è rivelato insufficiente a rispondere alla attività ordinaria. Riteniamo grave che non siano state ancora confermate le risorse aggiuntive anche per il periodo estivo, con un’estensione dei contratti Covid fino al 31 agosto, nonostante il ministero preveda con il Piano estate 2021 – attività didattiche extra curriculari anche per i mesi di giugno-luglio-agosto-settembre. Sugli Organici diamo atto all’ufficio scolastico provinciale di aver operato per ridurre il più possibile l’impatto del calo demografico sui livelli occupazionali, pur a fronte di scarse e insoddisfacenti risorse. È del tutto evidente però che l’onda lunga della contrazione demografica farà sentire i suoi effetti nei prossimi anni, non solo sui livelli occupazionali del personale scolastico docente e ATA, ma anche sulla diffusione delle strutture scolastiche (aule e plessi) presenti sul territorio provinciale. Per questo in accordo con quanto già richiesto dai livelli nazionali, riteniamo che sia indispensabile ridurre il numero degli alunni per classe, sia per garantire una adeguata didattica, sia per evitare che spariscano importanti presìdi della socialità, della crescita civile e comunitari in termini di chiusure di classi e di plessi, ossia per scongiurare che numerosi Comuni della provincia siano privati del presidio scolastico. È importante, inoltre, che il prossimo anno scolastico inizi con gli organici adeguati al fabbisogno delle scuole. Ed è per questo che auspichiamo, in accordo con le posizioni sindacali nazionali, una soluzione seria di copertura delle cattedre scoperte. Anche a Mantova non possiamo ripetere l’esperienza dello scorso settembre che ha visto il sindacato, le dirigenze, le segreterie scolastiche e lo stesso ufficio scolastico, impegnati una lunga fase di nomina dei contratti a tempo determinato, che si è protratta fino ad ottobre inoltrato, con riflessi anche nei mesi successivi. Non è accettabile infatti ascoltare da un lato continue dichiarazioni di attenzione prioritaria al mondo della scuola e dall’altra osservare che su di essa si scarichino tutte le inefficienze e l’incapacità di decidere, il tutto accompagnato dal continuo (e quasi beffardo) richiamo all’autonomia delle scuole. In effetti osserviamo che, malgrado i tanti (troppi) proclami sulla scuola “priorità per il Paese”, i dirigenti e il personale scolastico siano stati lasciati a gestire situazioni difficili (autonomamente!) e senza disponibilità di effettive risorse. Se ad esempio prendiamo in considerazione la riapertura delle scuole secondarie di secondo grado, con almeno il 70% della didattica in presenza, constatiamo che esse hanno dovuto organizzarsi con una sorta di doppio turno per fare fronte ad un deficit strutturale dell’organizzazione territoriale dei trasporti che, con i loro mezzi e i loro livelli occupazionali, a stento possono garantire il 50% di capienza. Ebbene, al di là delle facili elucubrazioni in materia didattica, è un dato di fatto che una tale organizzazione stia colpendo la base reale degli apprendimenti degli allievi, già fiaccati come gli insegnanti dalla lunga fase di stop e go dell’attività scolastica in presenza. Esprimiamo pertanto una netta contrarietà a tale propagandistica modalità di affrontare il diritto all’apprendimento degli alunni, che svilisce la professionalità docente e aggrava l’apprendimento delle competenze degli allievi. Ribadiamo con forza, nella prospettiva della riapertura del prossimo anno scolastico, che i problemi strutturali dell’organizzazione scolastica (trasporti e servizi) non possono essere scaricati sui dirigenti scolastici e sul personale scolastico, sulle famiglie e, non ultimi, sulle studentesse e sugli studenti. Il sistema scolastico mantovano, per dimensione e specializzazioni disciplinari, con un numero di personale adeguato e servizi dedicati, può assolvere al proprio compito in sicurezza anche prevedendo un solo turno giornaliero e con l’auspicio che la campagna vaccinale, estesa anche alle fasce più giovani, favorisca la ripresa della normalità sociale anche scolastica. Riguardo al Piano estate 2021, non critichiamo gli obiettivi didattici, pedagogici del Piano (competenze, recupero della socialità e dell’apprendimento del gruppo classe ecc.). Pensiamo sia positivo che venga prevista la volontarietà di partecipazione degli studenti e del personale scolastico. Anche le risorse sembrano adeguate alle necessità previste, sebbene non siano risorse “fresche” ma cespiti già accantonati. Però critichiamo nettamente i tempi di implementazione previsti, troppo brevi rispetto alla necessità di progettazione didattica. Si tratta infatti di un Piano strutturato alla fine dell’anno scolastico con impegni amministrativi e progettuali che dovrebbero essere assolti in pochissimo tempo (i PON, ad esempio, dovrebbero essere approvati entro maggio); critichiamo la mancanza di una contemporanea previsione dell’estensione dei contratti Covid almeno fino al 31 agosto, senza i quali, nonostante le belle pagine del Piano, non sarà possibile attuare i progetti; siamo molto perplessi, inoltre, per i tempi a disposizione delle istituzioni scolastiche, sulla possibilità di definire obiettivi didattici e attività che abbiano una valenza progettuale condivisa, appena idonea, e non affidata all’estemporaneità di singoli progetti, singole persone o singoli gruppi. Richiediamo alle istituzioni scolastiche di attivare al più presto le riunioni collegiali e gli incontri con le RSU per la definizione delle Attività e per l’illustrazione delle risorse a disposizione. Infine, ma non ultimo, ci faremo promotori nei confronti delle Istituzioni preposte (in primo luogo la Provincia di Mantova), per avviare una fase di verifica puntuale sui riflessi di questo lungo e tragico periodo pandemico, sui livelli di dispersione scolastica, sui tassi di abbondano e sulle altre criticità che empiricamente abbiamo già registrato.