MANTOVA – Le organizzazioni sindacali della scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Nals Confsal) hanno proclamato uno sciopero con flash mob, per lunedì 8 giugno alle ore 11, in piazza Martiri di Belfiore. Il Governo ha annunciato il ritorno nelle classi per settembre e a distanza di tre mesi le acque cominciano ad agitarsi. “Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza – dicono i sindacati – , non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari”.
“Per l’ennesima volta, dall’inizio della fase d’emergenza sanitaria – scrivono le Organizzazioni Sindacali nel documento che annuncia lo sciopero – le lavoratrici e i lavoratori del mondo della scuola hanno ricevuto risposte insoddisfacenti da parte del Ministero. Ad eccezione del provvedimento di aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, sulle altre sostanziali richieste, le OO SS hanno dovuto prendere atto della totale assenza di precisi impegni da parte dell’Amministrazione. Non c’è stata nessuna disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato Tecnico Scientifico il quale indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività scolastiche in presenza, che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni”.
QUESTE LE RICHIESTE
1) garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità;
2) rivedere i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche;
3) provvedere alla messa in sicurezza degli edifici;
4) prevedere un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA.
5) attuare gli impegni che avrebbero consentito a molti precari con almeno tre anni di servizio una stabilizzazione del rapporto di lavoro già il prossimo settembre.
“Lo sciopero – spiega Pasquale Andeozzi, segretario provinciale di Flc Cgil Mantova – è un metodo di lotta che in questi anni è stato usato con molto equilibrio. Se abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso attraverso lo sciopero è perché non abbiamo avuto ascolto costruttivo da parte del ministero. Di contratto di lavoro non si parla più da due anni; le scuole continuano ad essere inadeguate per rispondere ad una didattica adeguata; gli organici sono ridotti all’osso e con la covid alle spalle e davanti a noi diventerà difficile poter fare scuola, garantire i servizi essenziali, le mense, le attività fisiche, i servizi di segreteria e la igienizzazione dei locali. Sulla scuola – conclude Andreozzi – occorre investire qualche miliardo di € in più rispetto a quanto già poco si investe si investe in Italia rispetto al resto del mondo; i tagli di questi anni, la mancanza di investimenti, hanno generato una situazione insostenibile, nelle classi, negli uffici, nei servizi. I concorsi che dovevano dare una risposta sono stati rimandati a settembre, le graduatorie si riapriranno, ma non si sa quando; oggi il ministro, che continuamente si appella al senso di responsabilità, con annunci in successione, non era in parlamento mentre si discuteva del decreto scuola da trasformare in legge”.