MANTOVA – Terzo sabato pomeriggio in piazza Martiri di “Scuole aperte a Mantova” per chiedere il ritorno alla frequenza in presenza al 75% per i ragazzi delle superiori. “I giovani Martiri della chiusura scuole: un bilancio fallimentare”, questo il titolo della giornata. I manifestanti alludono, nemmeno troppo velatamente, ai problemi che riguardano gli studenti in tempo di Covid. Oltre alla mancata continuità didattica, molte sono le questioni scottanti: l’aumento dell’abbandono scolastico, è la maggiore incidenza delle problematiche riguardanti la sfera personale. Secondo recenti studi, infatti, sono in aumento suicidi, fenomeni di autolesionismo, bulimia e anoressia.
“Il nostro obiettivo – spiega Paola Fedele – è quello di mantenere sempre l’attenzione alta perché si torni 75% della frequenza in presenza nel più breve tempo possibile. Siamo in collegamento anche con il gruppo “Comitato a scuola” di Milano: loro hanno già un accordo con il Comune meneghino e già tra un paio di settimane torneranno al 75%, soglia prevista lo scorso 7 gennaio da tutti i piani”. Diversi i nodi da sciogliere: “Soprattutto quello del trasporto, ma le alternative non mancano, dai mezzi privati a quelli green come le biciclette”. A Mantova la situazione potrebbe sbloccarsi: giovedì della prossima settimana – fa sapere il gruppo – è previsto un incontro con Serena Pedrazzoli, assessore all’Istruzione del comune di Mantova. “Non siamo contro la DAD – spiega Fedele -, ma dopo un anno di Covid era necessario trovare altre soluzioni per tempo. E invece già dopo il mese di settembre siamo tornati ad una situazione simile a quella della prima ondata della pandemia. Gli studenti delle superiori (e i professori) non sono diversi da quelli delle elementari e delle medie, e hanno la necessità di seguire le lezioni in presenza”.