CAVRIANA – Ha ormai superato i confini provinciali il caso delle scuole medie di Cavriana. A intervenire è stato anche il Difensore Civico della Lombardia, Gianalberico Devecchi, che martedì ha inviato una PEC al sindaco Matteo Guardini e all’assessore Elena Mutti, chiedendo un confronto pubblico o, almeno, un aggiornamento tempestivo rivolto ai genitori sulle possibili soluzioni alle criticità emerse.
Da settimane, infatti, si è innescato un braccio di ferro: da una parte il sindaco, che sostiene il ritorno in aula a settembre nel vecchio plesso in via Bonfiglio — ritenuto idoneo, a suo dire, nonostante alcune carenze documentali ma prive di rilievi strutturali, come indicato in una PEC inviata a inizio luglio. Dall’altra i genitori, che non condividono questa visione, specie dopo un sopralluogo effettuato dai Vigili del Fuoco. Le famiglie chiedono una sistemazione provvisoria negli spazi delle scuole elementari, in attesa che si sblocchi il contenzioso con la ditta costruttrice del nuovo edificio in via Croce Bianca, completato da fine 2023 ma non ancora consegnato per via di un saldo di circa 700mila euro che il Comune deve ancora corrispondere.
Di fronte a questo stallo, e alle mancate risposte da parte dell’Amministrazione, il Difensore Civico ha preso contatto diretto con i genitori e ha esortato gli amministratori locali ad aprire un dialogo o, quantomeno, a garantire una comunicazione trasparente e puntuale.
Nel frattempo, come già annunciato, è previsto per domani mattina un corteo di protesta. La partenza è fissata alle 9.30 da piazzale San Sebastiano: si tratterà di una manifestazione pacifica e silenziosa che attraverserà il paese passando davanti al municipio e alla scuola primaria. A promuoverla è lo stesso gruppo di mamme che, alcune settimane fa, aveva organizzato un’assemblea pubblica nel nuovo plesso.
Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a indossare magliette bianche e a portare con sé slogan simbolici, evitando insulti o toni aggressivi. «Abbiamo bisogno di certezze e soluzioni concrete – si legge nell’appello –: i nostri figli meritano scuole sicure e dignitose».