MANTOVA – Sedie e arredi rotti, sporco ovunque, bottiglie, sigarette, cartacce e non solo. E’ quello che si verifica regolarmente in Largo 1° maggio agli Angeli, presso la Trattoria Isidora, dove lavorano con tanta passione da ragazzi con disabilità, e dove quasi ogni mattina, come è stato martedì, ci si ritrova con la sede vandalizzata.
“Dopo aver trasformato la nostra piccola trattoria in Fort Knox con cancelli in ferro, allarmi e serrature rinforzate (nel recente passato era un continuo spaccare la porta ed entrare per devastare il locale), abbiamo pure tolto il gazebo dove i nottambuli sostavano bivaccando e poi denunciato, chiesto ai vicini (che però non sentono mai nulla, tranne quando organizziamo iniziative, regolarmente autorizzate e di concerto con il Comune, con ragazzi delle realtà nostre amiche, ne qual caso si lamentano del rumore), adesso ci siamo arresi” dichiara sconsolata Monica Perugini, presidente di Isidora Aps.
“Va aggiunto che il Comune ha attrezzato il parco adiacente alla trattoria di decine di cestini, qualora fosse troppo scomodo radunare la sporcizia e smaltirla dove possibile. Inutile denunciare ed inutile credere che in un microcosmo come quello mantovano (dove la nostra realtà è conosciuta), ci sia rispetto e collaborazione per una delle rarissime associazioni che fanno impresa sociale, dove sono impegnati e spendono con gioia gran parte della loro vita, decine e decine di ragazzi con disabilità. Ragazzi che, da anni, non solo seguono con successo progetti di inserimento ed avvicinamento ad un lavoro degno e sostenibile, ma trovano in Isidora Aps una base importante per la loro inclusione e partecipazione sociale attiva nello sport, nella gestione del tempo libero, nei viaggi e nelle vacanze: per tutti noi, infatti, il motto è “ci si trova … in trattoria. Quindi questa lettera è solo per rendere noto che la situazione non è cambiata e non cambia. Temo nemmeno cambierà e che quel valore aggiunto di condivisione e solidarietà perché l’intero contesto sociale dove viviamo migliori, lo possano garantire prevalentemente le persone con fragilità (e molte volte, ma non sempre, le loro famiglie), ovvero chi dalla vita ha avuto poco e comunque sempre meno degli altri ma non si sogna minimamente di rovinare e sfregiare quello che gli altri hanno. Chiedono semplicemente rispetto” continua Perugini.
“Da stasera gli abituali buontemponi si siederanno per terra e da domani, sappiano, se mai vogliano leggere, che ancora e ancora, Sara, Chiara, Matteo, Alessandro, Andrea insieme agli operatori, puliranno la sporcizia lasciata da loro, fortunati giovani … normotipici. Mentre bivaccano nel plateatico, ci piacerebbe gli sfiorasse la domanda di chi, la sera seguente, gli fa ritrovare la postazione che tanto trovano comoda, pulita e ordinata, pronta per essere imbrattata un’altra volta. Essendo ancora in attesa dell’esito dell’ultima denuncia per il danneggiamento avvenuto quest’estate, riguardante i tavoli sui quali i soliti mattacchioni si erano divertiti, sedendosi fino a spaccarli (e che comunque, si sa, non porterà a nessuna soluzione, né a livello di rimborso né tanto meno di presa di coscienza se non ad una reiterata perdita di tempo fra uffici e scartoffie digitali) e che abbiamo ben compreso essere inutile “disturbare” un vicinato che si comporta regolarmente come le tre scimmiette, alziamo bandiera bianca, accettando il fatto che la lotta… non paga. Non posizioneremo più nulla nel plateatico e il mattino, lavoratori con disabilità ed operatori, faranno da spazzini per chi gli ha reso una discarica l’ingresso, pagando per pure la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti comunali” conclude Perugini.