MANTOVA – Ci sono voluti sette anni e mezzo per mettere la parole fine a un processo per due bottiglie di whisky rubate. Il furto avvenne nel gennaio del 2016 al Famila di Gonzaga. Bottino della merce 40 euro. Il ladro, un 50enne originario di Napoli, venne scoperto e denunciato per furto.
Ora è arrivata l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. Praticamente un’assoluzione per tenuità dei fatti, istituto che prevede la possibilità di escludere la punibilità di un fatto-reato quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo prodotto, l’offesa è appunto di particolare tenuità.
L’uomo, una volta beccato, si era detto disponibile “a pagare subito le bottiglie” ma questo non era servito ad evitare il processo. E così ci sono state indagini, il via al processo con le relative udienze e ovviamente le spese della giustizia totalmente a carico dei contribuenti. Fino all’assoluzione arrivata dopo sette anni e mezzo e dopo che il pm aveva chiesto una condanna a tre mesi e dieci giorni e una multa di cento euro.
Il fatto ricorda molto un altro caso eclatante: quello di un processo durato ben otto anni per il furto, avvenuto nel 2013, di un paio di ciabatte del valore di 19,99 euro da parte di una donna talmente inesperta nel rubare che non aveva rimosso nemmeno l’antitaccheggio e, scoperta, le aveva restituite. In quel caso si andò anche in appello e la donna venne assolta, anche allora per la “tenuità del fatto”. Ma rimasero 3 mila euro di spese di giudizio a carico dei contribuenti.