Si ragiona sulla possibilità di accelerare le vaccinazioni nei comuni mantovani confinanti col bresciano

Vaccinato il 19% degli over 80. Prima di Pasqua aperte nel mantovano tutte le sedi vaccinali

MANTOVA – E’ una grande preoccupazione quella che aleggia negli ospedali mantovani per quella che è l’evoluzione dei contagi da Covid in provincia.
Nelle ultime 24 ore sono 215 i nuovi casi: la pressione sulle strutture sanitarie al momento non è pesantissima, nei tre ospedali di Mantova, Pieve e Asola sono circa 130 i ricoverati per coronavirus ma si teme, alla luce delle precedenti esperienze, che nei prossimi giorni possano aumentare come diretta conseguenza dell’incremento dei positivi.
Spaventa soprattutto la crescita della variante inglese che pare stia correndo a una velocità superiore del 39 per cento rispetto alla versione originale di Sars-CoV-2.
Le autorità sanitarie guardano con attenzione soprattutto alle aree di confine con la provincia di Brescia, finita in zona arancione rafforzata a causa del sensibile incremento dei contagi.
Oggi, nel solco delle indicazioni di una modifica del piano vaccinale annunciate dalla Regione, erano arrivate indicazioni di partire già nei prossimi giorni nei comuni confinanti col bresciano con le vaccinazioni con il siero di AstraZeneca per la popolazione tra i 18 e i 65 anni. L”obiettivo è di creare una cortina intorno alla provincia di Brescia in modo da contenere i contagi.
Poi pare essere arrivato un contrordine: anche in questa zona prima si completeranno le vaccinazioni delle forze dell’ordine (i cui numeri sono comunque contenuti) e poi si potrebbe passare alla vaccinazione di massa, se così si può chiamare però visto che il problema numero uno rimane comunque la scarsità di vaccini.
Per AstraZeneca al momento vi sono meno problemi di approvvigionamento rispetto a Pfizer ma comunque si parla sempre di un numero di dosi ben al di sotto di quelle che servirebbero per una vaccinazione di tutta la popolazione tra i 18 i 65 anni di diversi comuni dell’alto mantovano.