Siccità, Regione: no a ulteriori riduzione prelievi dal Po. Va salvato il primo raccolto

Siccità, stato di emergenza regionale: cosa cambia per cittadini e agricoltori

MILANO – Si è tenuto oggi il ‘Tavolo regionale per l’utilizzo idrico in agricoltura’, riconvocato con urgenza, dopo le sedute del 31 marzo e 25 maggio, per fare il punto sulla grave situazione delle risorse idriche in Lombardia e sulle misure adottate e da adottare.
È stata confermata la persistenza di una situazione di ‘severità idrica elevata’ (rossa) su tutto il territorio regionale e una situazione delle scorte idriche in costante diminuzione. 
Tutti i componenti del Tavolo hanno inoltre rigettato la richiesta dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po di ridurre ulteriormente del 30% i prelievi idrici a sostegno del sistema irriguo lombardo perché vanificherebbe gli sforzi messi in atto per salvare il primo raccolto, senza comunque risolvere il problema del cuneo salino.
Per quanto concerne il Lago d’Idro, Terna spa ha dato il nulla osta alla Provincia Autonoma di Trento per poter ulteriormente rilasciare dagli invasi dell’Alto Chiese una quota della riserva strategica di potenza, fino a circa 5 milioni di metri cubi d’acqua dal 1° luglio, al fine di garantire volumi d’acqua per l’irrigazione, convocando tutti gli enti competenti.

“Regione Lombardia – spiega Massimo Sertori, assessore a Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni – ha promosso e intrapreso ogni azione e sforzo possibile per fronteggiare questa situazione grave ed eccezionale, cercando di utilizzare nel migliore modo possibile le scarse risorse idriche a disposizione e favorendo il comparto agricolo già messo a dura prova da questa siccità”. “È necessario – sottolinea Sertori – proseguire nel lavoro congiunto con tutte le parti coinvolte, per garantire anche in futuro un utilizzo equilibrato della risorsa idrica, raggiungendo l’obiettivo di massimizzare la quantità di acqua disponibile per l’agricoltura, ma senza aprire ulteriori fonti di conflitto tra gli usi, sempre possibili quando la risorsa contesa è poca”.

In merito alla possibilità di derogare al deflusso minimo vitale, Sertori ha ricordato che “Regione Lombardia, con una delibera del 9 giugno 2022, prendendo atto dello stato di crisi idrica regionale, ha adottato una specifica disciplina per l’ottenimento celere delle deroghe al DMV (Deflusso Minimo Vitale)“. “È massimo – conclude Sertori – l’impegno degli operatori idroelettrici nel garantire rilasci di acqua dagli invasi montani a beneficio dei bacini di Adda, Oglio, Brembo e Serio e Regione Lombardia porterà avanti ulteriori interlocuzioni con gli attori italiani ed elvetici, al fine di proseguire con ulteriori rilasci di risorsa idrica, compatibilmente con le esigenze della tenuta del sistema elettrico nazionale e locale”.

SITUAZIONE ATTUALE – Il manto nevoso è complessivamente esaurito, mentre le riserve accumulate negli invasi idroelettrici montani e nei grandi laghi regolati sono inferiori al 61% rispetto alla media di riferimento (2006-2020).

ROLFI: TENERE PRESENTI ESIGENZE AGRICOLTORI 
“Rispetto alla proposta dell’autorità di bacino di riservare il 30% dell’acqua lombarda a uso irriguo per far fronte al cuneo salino – dichiara Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – ribadiamo, alla luce anche dalla posizione unanime espressa dal mondo agricolo e della bonifica emersa oggi al tavolo regionale, la necessità che questo venga fatto tenendo conto delle esigenze degli agricoltori lombardi. Il primo raccolto va assolutamente salvato come livello minimo per quest’anno”.I rilasci verso il Po – aggiunge – devono essere compensati da rilasci dagli invasi alpini necessari per garantire l’irrigazione alla Lombardia altrimenti rischiamo un sacrificio che non risolve il problema del Po e in più compromette ulteriormente la tenuta delle nostre aziende agricole“.
“Ringrazio i consorzi di bonifica – cconclude Rolfi – per il grande lavoro fatto fino a questo momento per cercare di portare a termine una stagione estremamente problematica nonché il grande lavoro degli agricoltori per cercare di garantire comunque le produzioni di cibo necessarie

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