Sicurezza in agricoltura, Confai: “Zero incentivi per gli agromeccanici, che però acquistano il 30% dei mezzi agricoli”

foto d'archivio

MANTOVA –  “Le migliori intenzioni teoriche di abbattere le emissioni inquinanti e di rendere più sicuro il lavoro in agricoltura, ancora una volta si scontrano con la dura realtà di un bando Inail che non lascia spazio alle imprese di meccanizzazione agricola, che però rappresentano a valore il 50% di tutte le immatricolazioni dei mezzi agricoli italiani”.

È il commento del presidente di Confai Mantova, Marco Speziali, alla luce del bando Inail annunciato per il prossimo 15 luglio e che, a detta della più rappresentativa organizzazione del settore, “pensa di risolvere il problema di mezzi agricoli circolanti che hanno un’età media vicina ai 30 anni con un’elemosina di 65 milioni di euro”.

Per Confai Mantova l’errore non sta tanto nell’esiguità delle risorse, quanto nella miope convinzione che per la messa in sicurezza dei lavoratori sia sufficiente cambiare qualche decina di trattori da parte di aziende agricole la cui superficie media non supera gli 11 ettari, condannando così al mancato ammortamento e all’obsolescenza i mezzi agricoli.

“La prova di una strategia che ci dispiace constatare come nuovamente fallimentare è che, nonostante attraverso i bandi Isi-Inail siano stati stanziati tra il 2016 e il 2018 115 milioni di euro, il parco dei mezzi agricoli circolanti non sia stato minimamente ammodernato e che i beneficiari delle risorse per la sicurezza siano state appena 3.300 aziende, su un totale di 1,4 milioni di aziende agricole, delle quali 700mila circa professionali – calcola il direttore di Confai Mantova e vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini -. Non sarebbe stato meglio individuare altre soluzioni, magari dialogando con tutta la filiera della meccanica agricola, in una fase in cui le necessità sono molte, la richiesta di sicurezza e competitività delle imprese è elevata e le risorse molto ridotte?”.

Bando ancora una volta fuori fuoco e sostanzialmente inutile, per Cai: l’esperienza insegna che con una media di 20/30.000 euro di contributo lordo individuale si finanzia la sostituzione di circa 2/3.000 macchine, pari allo 0,2% del parco esistente con la prospettiva di cambiare le cose in “soli” 500 anni.