Smog, stime choc: a Mantova 524 morti l’anno da PM 2,5. In Pianura Padana il 40% dei decessi totali

MANTOVA – “Nuovi dati sullo smog tornano a confermare, oggi, la situazione di rischio ambientale e sanitario in cui versano la Pianura padana e tante città e aree del Paese, non solo al Nord. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA), che ogni anno pubblica i dati sulla mortalità da inquinanti atmosferici, stima per il 2018 59.500 decessi in Italia legati in particolare al Pm2,5, di cui 21.600 da NOx e 3.000 da ozono. Questo livello di mortalità, sommato a un certo livello di morbilità (ospedalizzazioni e malattie varie) e ad altri decessi per emissioni di diversa natura, è peggiore rispetto ad altri Paesi confinanti come Francia, Spagna e Germania“. Lo afferma Alberto Zolezzi, deputato del Movimento 5 Stelle. Scorrendo i dati nello specifico, il territorio mantovano mostra un’incidenza di 128,66 per 100.000 abitanti, vale a dire 524 morti l’anno secondo le stime aggiornate al 2018, quarta in Lombardia dopo Brescia, Cremona e Lodi.

“Osservando i dati forniti da AEA, a livello provinciale, si evince che quasi la metà dei decessi (oltre 24mila, di cui 12.047 nella sola Lombardia) avviene nel bacino padano. Brescia detiene il primato italiano di decessi da particolato in proporzione ai decessi totali (14,31%), seguita da Padova (14,13%), mentre Mantova è all’11,13%. Facendo un po’ di confronti grazie ai dati nazionali si può vedere come nel bacino padano la mortalità da polveri sottili sia superiore del 20% rispetto alla media nazionale. Da notare che il 40% dei decessi da PM2.5 è nel bacino padano. Questi dati documentano una strage silenziosa che continua a mietere vittime da anni senza il contributo dei virus. Il problema è che oggi la situazione si è aggravata, poiché oltre all’inquinamento, che nonostante i giorni di lockdown non ha accennato a diminuire, si è aggiunta la pandemia in corso. Stanno emergendo prove sempre più consistenti, che le persone che vivono in aree ad alto inquinamento potrebbero essere più frequentemente infettate da SARS-CoV-2 e avere più probabilità di sviluppare il COVID-19 nel caso si verifichino episodi di focolai.”

“L’inquinamento ha anche un costo in termini di prestazioni sanitarie, malattie, invalidità e mortalità. Secondo il rapporto dell’Alleanza europea per la salute pubblica (EPHA), l’inquinamento nel 2018 è costato 1276 euro per cittadino UE, 1535 per cittadino italiano. Ridurre le emissioni in atmosfera dovrebbe essere considerato ormai un imperativo categorico. Come Movimento 5 stelle, insieme al ministro dell’Ambiente Sergio Costa abbiamo già messo in campo strumenti e risorse importanti, e non a caso il Recovery plan tra poco all’esame delle Camere pone un’attenzione particolare alla lotta all’inquinamento atmosferico. Durante il confronto parlamentare faremo di tutto per potenziare e accelerare tutte quelle misure e quei progetti territoriali utili a ridurre la pressione dell’inquinamento atmosferico, a far respirare le città e a tutelare la salute dei cittadini” conclude Zolezzi.