OSTIGLIA – Stefano Rossi, consigliere comunale di Mantova Ideale, interviene nel dibattito sul cosiddetto “raddoppio” della centrale termoelettrica di Ostiglia e lo fa con un post che titola “Un si energetico ad Ostiglia”.
Il “si” viene motivato su più fronti dall’ex candidato del centro destra nel capoluogo.
“Credo che la questione del progetto di “raddoppio” della Centrale Termoelettrica di Ostiglia, se la si vuole affrontare, bisogna farlo in maniera molto seria. Ed è per questo motivo che mi sento in dovere di fornire anche il mio contributo. Spiegando innanzitutto che trattasi di interventi di miglioramento ambientale sui tre gruppi di produzione di energia elettrica esistenti, mediante l’abbattimento catalitico degli NOx all’interno dei generatori di vapore a recupero delle sezioni 1-2-3. Non trattasi poi assolutamente di un “raddoppio”, in quanto uno dei tre gruppi sarà fermato e sarà di riserva agli altri due e di quello nuovo a ciclo combinato” spiega Rossi.
“Gli obiettivi di decarbonizzazione, che riguardano l’evoluzione del sistema elettrico nazionale e che consistono nella chiusura, entro il 2025, di tutte le centrali a carbone, comportano una forte spinta allo sviluppo delle energie rinnovabili e la dismissione di capacità di generazione di energia termoelettrica inquinante e poco efficiente. Terna, il gestore della rete, evidenzia, alla luce del phase-out del carbone e alle altre dismissioni attese, la necessità di un incremento di capacità termica addizionale entro il 2025, pena la carenza di energia da fornire a cittadini ed imprese. Tutto il parco generazione termoelettrica nazionale ha la necessità di essere rinnovato, con impianti più moderni, meno inquinanti. Tale capacità dovrà essere disponibile per far fronte a periodi di scarsa producibilità delle fonti rinnovabili” continua il consigliere
“Una riduzione di contributo di energia in un impianto termico comporta una riduzione di profitto e di conseguenza l’impossibilità anche di coprire i costi fissi. Impianti non ammodernati possono trovarsi in condizioni economiche tali da comportare la loro chiusura definitiva. E quindi la cancellazione degli attuali posti di lavoro! In questo contesto difficile di mercato uno strumento importante è il Capacity Market che garantisce contratti a lungo termine e la sicurezza del sistema nazionale. I produttori selezionati acquisiscono il diritto di ricevere un premio fisso a fronte dell’obbligo della fornitura. Lo strumento del Capacity Market è anche un’ assicurazione contro il rischio prezzi dei consumatori. I vincitori delle aste hanno l’obbligo di restituire al sistema l’extra profitto percepito nelle ore in cui i prezzi eccedono una determinata soglia. In tal modo si ha un contenimento dei prezzi ed un beneficio per i consumatori” sottolinea Rossi
“Capite bene che risulta del tutto strumentale porre pertanto la questione occupazione, come spartiacque tra il popolo del SI e quello del NO, tra favorevoli e contrari a questi investimenti, che risultano completamente pianificati all’interno di piani nazionali. Quindi non si tratta di investimenti che possano essere influenzati da crisi economiche o da pandemie, ma di gettare le basi per avere un sistema produttivo italiano dell’energia, in linea con le migliori soluzioni ambientali che offre oggi il mondo della ricerca. Non capire questi passaggi significa strumentalizzare la vicenda e porre le basi, ancora una volta, per dare fiato a coloro che hanno invece unicamente questo obiettivo. La vicenda del no al nucleare evidentemente ha insegnato poco al popolo italiano. Un prezzo altissimo che abbiamo e che ancora stiamo pagando tutti” conclude Rossi.