MANTOVA – Non si è fatta attendere la risposta di Confagricoltura Mantova sulla questione dello stop ai nuovi allevamenti nel comune di Gonzaga che con una delibera oltre a vietare l’insediamento di nuove aziende, limita gli ampliamenti degli allevamenti esistenti alle sole richieste finalizzate al raggiungimento del benessere animale (senza aumento di capi) e di consentire modifiche alle tipologie di allevamento solo senza incremento delle UBA (unità di bestiame adulto).
“Premesse di questo tipo – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – sono sbagliate, nonché giuridicamente molto deboli. Un’amministrazione comunale infatti non può opporsi a ciò che viene normato già da altri enti preposti. La visione messa in atto dal Comune di Gonzaga è miope, e rischia di bloccare investimenti, già programmati, importanti per le aziende agricole del territorio, tutti improntati su sostenibilità e innovazione”.
Senza contare che “la delibera potrebbe dare adito ad azioni legali da parte delle singole aziende – prosegue Cortesi – , azioni che peraltro ritengo possano avere completo successo, dal momento che le fondamenta su cui si basa l’operato del Comune sono totalmente prive di senso”.
Anche dal punto di vista tecnico vi sono delle lacune nel documento redatto dall’amministrazione comunale di Gonzaga. All’inizio del documento infatti, Gonzaga viene presentato come il “comune con maggior numero di capi bovini della provincia di Mantova”. Ma nei 36.736 animali conteggiati sono compresi anche i giovani animali e, ad esempio, i vitelli a carne bianca, presenti in gran numero nella zona, che di certo non hanno lo stesso peso, a livello di emissioni, di una bovina da latte adulta.
LA QUESTIONE INQUINAMENTO
Si cita poi uno studio Ispra del 2019 che affermerebbe come “gli allevamenti siano responsabili del 15% di polveri sottili, inquinando più di auto e moto”. Ebbene, i dati del progetto “Prepair”, promosso dall’Unione Europea, mostrano chiaramente come il settore agricolo, nel suo complesso, sia responsabile solo del 3% di emissioni di Pm 2,5 nel bacino del Po, contro il 13% del settore dei trasporti, il 7% del settore industriale o il mostruoso 65% dei riscaldamenti domestici.
Quanto all’ammoniaca, è vero che il 94% delle emissioni sono a carico del settore agricolo, ma è altrettanto vero che l’ammoniaca, di per sé, non è dannosa per l’uomo. Lo diventa quando si combina con gli ossidi di azoto e di zolfo, che arrivano per il 49% dal settore dei trasporti, per il 24% dal settore industriale e per il 10% dai riscaldamenti domestici, con l’agricoltura ferma all’1% di emissioni.
“Ricordo – conclude Cortesi – che il Comune di Gonzaga aveva proposto l’istituzione di una consulta agricola, alla quale avevamo dato da subito ampia disponibilità a partecipare con nostri rappresentanti, ma che ancora non è stata convocata. Ritengo sarebbe stato opportuno farlo prima di deliberare“.
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