Stupro di gruppo dopo la discoteca: condanne pesanti per i quattro maggiorenni

Ex funzionario della Procura a processo. L'accusa:

MANTOVA – In cinque l’avevano violentata dopo che lei, una 21enne residente nella bassa veronese, trascorsa una serata in discoteca al Mascara, aveva accettato l’invito di uno di loro ad essere riaccompagnata a casa.
Era la notte del 23 giugno 2019. I cinque, quattro residenti a Cutro ma di fatto gravitanti in provincia di Reggio Emilia e uno a Gussola nel cremonese, di età compresa tra i 18 e i 23 anni di cui uno minorenne all’epoca dei fatti. Ora per i quattro maggiorenni sono arrivate le condanne di primo grado inflitte dal giudice Beatrice Bergamasco nel processo, svoltosi con rito abbreviato, che ha visto come pm il sostituto procuratore Lucia Lombardo. 
Sei anni e quattro mesi per Nicola e Alex Benigno, rispettivamente di 21 e 20 anni e per Salvatore Gaetano di 21 anni, quattro anni, due mesi e venti giorni per il 24enne  Raffaele Iembo.
L’unico imputato che all’epoca dei fatti era minorenne comparirà davanti al tribunale dei minori di Brescia a marzo.
Pesantissime le accuse nei loro confronti: violenza sessuale di gruppo, violenza privata, lesioni aggravate, lesioni personali e furto  dato che i cinque avevano anche rubato alla giovane il telefonino, alcuni effetti personali e soldi. Il giudice, che aveva già accolto lo scorso settembre la richiesta di risarcimento presentata dal padre della ragazza, anch’essa costituitasi parte civile, ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 40mila euro.
La giovane ricordiamo aveva conosciuto uno dei cinque in discoteca. Quest’ultimo le aveva offerto un passaggio e, con la scusa di raggiungere l’auto parcheggiata, l’aveva accompagnata ai margini del parcheggio della discoteca dove, approfittando dell’ora tarda, del buio e dell’area isolata, l’aveva violentemente percossa e poi sopraffatta con soverchiante disprezzo anche dai complici, che nel frattempo si erano materializzati.
Il giorno successivo la ragazza si era recata allospedale dove i medici avevano confermato lo stupro e avevano potuto constatare sul suo corpo numerosi ematomi, morsi e graffi. 

 

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