Sul tetto con lei incinta e atti persecutori: il tribunale allontana il compagno violento

BANCOLE (PORTO MANTOVANO) – A distanza di poche settimane dall’episodio che aveva fatto discutere tutta la comunità di Bancole, arriva una svolta giudiziaria nella vicenda della giovane coppia, protagonista di un drammatico intervento dei Carabinieri: il Tribunale di Mantova ha emesso un’ordinanza di divieto di dimora e di avvicinamento nei confronti del 19enne tunisino, accusato di atti persecutori contro la sua ex compagna, una 20enne italiana residente appunto a Bancole di Porto Mantovano.

L’esecuzione della misura è avvenuta nella giornata di ieri, 10 luglio, ad opera dei Carabinieri della Stazione di Porto Mantovano. Il provvedimento cautelare, richiesto dalla Procura della Repubblica, è giunto al termine di un’attività d’indagine avviata in seguito alle ripetute denunce della giovane, che da oltre un anno sarebbe stata vittima di maltrattamenti e comportamenti violenti da parte del compagno. L’intervento dei Carabinieri non è stato il primo nella storia di questa relazione turbolenta. In almeno due occasioni precedenti, i militari erano dovuti intervenire nell’abitazione della donna in seguito a violente liti, riscontrando segni di percosse sul corpo della giovane. Ma è stato l’episodio avvenuto a inizio dello scorso giugno fa a far esplodere pubblicamente la drammaticità della situazione.

Il fatto risale a un pomeriggio apparentemente tranquillo, quando una lite scoppiata all’interno di una villetta a Bancole si è trasformata in una vera emergenza. La madre della ragazza aveva allertato il 112. Al loro arrivo, i Carabinieri avevano trovato la giovane, che era incinta al nono mese, con lividi evidenti, ma lei aveva negato qualsiasi forma di violenza. Il compagno, intuendo l’imminente intervento delle autorità, era salito sul tetto dell’abitazione, lanciando tegole e minacciando gesti estremi. Un gesto seguito pure dalla compagna, salita anch’essa sul tetto nonostante la gravidanza avanzata. La situazione, di estrema delicatezza e rischio, era stata gestita con competenza e umanità dalle forze dell’ordine, culminando in una mediazione coraggiosa da parte del Maresciallo Niccolò Genchi, comandante della stazione di Porto Mantovano. Dopo ore di trattativa sotto la pioggia battente, la coppia era stata tratta in salvo senza conseguenze fisiche gravi.

Quel drammatico episodio ha rappresentato un punto di non ritorno. La successiva attività investigativa ha portato alla misura cautelare notificata ieri al 19enne, che ora non potrà più dimorare né avvicinarsi a Porto Mantovano o alla sua ex compagna. I Carabinieri ricordano quanto sia cruciale il coraggio di denunciare e la prontezza dell’intervento delle autorità. “La collaborazione tra vittime, forze dell’ordine e magistratura è essenziale per contrastare efficacemente la violenza di genere”, sottolineano i Militari, che evidenziano l’importanza di non sottovalutare mai segnali di maltrattamenti, anche quando le vittime — per paura o dipendenza emotiva — faticano a parlare”.

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