Suzzara: coltivatore di marijuana per uso domestico rimesso in libertà, lo stabilisce la Cassazione

MANTOVA – Aveva trasformato la soffitta di casa in un vero e proprio laboratorio adibito alla coltivazione della marijuana. Per questo, venerdì scorso, era finito in manette un cuoco 47enne di Suzzara. A rinvenire lo stupefacente, ancora una volta come in tante altre operazioni simili, era stato “Grom” il cane labrador del Nucleo cinofili dei carabinieri di Orio al Serio. A far scattare il blitz erano stati gli uomini dell’Arma della locale stazione. Un primo rinvenimento, proprio grazie al fiuto di “Grom” erano stati alcuni vasetti di vetro nascosti in camera da letto con all’interno marijuana pronta all’uso. Ma la vera sorpresa era stata fatta in soffitta; qui il 47enne aveva creato un ambiente apposito dedicato all’essicazione delle foglie di marijuana con tanto di lampade alogene per accelerare il processo di trasformazione. In totale erano stati 132 i grammi di droga sequestrati. Ieri il gip Matteo Grimaldi al termine dell’interrogatorio ha convalidato l’arresto, rimettendo contestualmente l’uomo in libertà in applicazione di un principio della più recente giurisprudenza in materia di coltivazione domestica di cannabis. Secondo la sentenza del 19 dicembre scorso, infatti, le sezioni unite della Cassazione hanno statuito che non è perseguibile penalmente chi coltiva cannabis in casa propria per uso personale secondo il principio di diritto che vede «il reato di coltivazione di stupefacenti configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile ma escluse, in quanto non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica ad uso esclusivo del coltivatore».