SUZZARA – Nella serata di ieri, presso il cinema Politeama, si è tenuta la presentazione ufficiale del progetto di restauro del Teatro Guido, alla presenza di circa sessanta cittadini. Un appuntamento atteso, che ha permesso di illustrare nel dettaglio le caratteristiche di un intervento che punta a conservare la storicità dell’edificio e al tempo stesso adeguarlo alle normative moderne, mantenendo la sua doppia vocazione di teatro e cinema.
I progettisti hanno deciso, in sintonia con la Sovrintendenza Beni Artistici e Culturali di conservare le facciate degli interventi del 1938 e del 1955.
Il cantiere durerà circa due anni, con consegna prevista per Natale 2027. Il teatro potrà accogliere fino a 350 spettatori, per un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro.
A introdurre la serata è stato il sindaco Alessandro Guastalli, che ha presentato gli ospiti e annunciato l’intenzione dell’amministrazione comunale di coinvolgere la cittadinanza nella futura gestione del teatro, una volta completati i lavori, e nella programmazione degli eventi culturali.
Ad entrare nel merito del progetto sono stati l’ingegnere Alessandro Trevisi, dello studio Berlucchi di Brescia, e l’architetto Sergio Maria Massone, che hanno illustrato lo stato attuale dell’edificio, le annotazioni tecniche e la ricostruzione storica del teatro “all’italiana”, accompagnando il pubblico in un viaggio visivo attraverso le immagini del futuro Teatro Guido.
Il nuovo teatro sarà dotato di biglietteria e guardaroba all’ingresso, e di un ampio foyer luminoso che condurrà direttamente alla platea. Ai lati, le scalinate porteranno alle due gallerie superiori. Per ragioni di spazio, non è stato possibile progettare un locale bar. Il palcoscenico sarà collegato alla platea tramite una scalinata amovibile, che potrà essere rimossa per ampliare lo spazio scenico in occasione di concerti con orchestra.
Saranno realizzati nuovi camerini, mentre all’esterno, al posto di un edificio da demolire, sorgerà una terrazza impianti destinata ad ospitare una pompa di calore di dimensioni importanti e potenzialmente rumorosa. Particolare attenzione è stata dedicata all’accessibilità: il teatro sarà dotato di rampe laterali per l’ingresso di persone con disabilità, e anche gli attori con esigenze specifiche potranno raggiungere agevolmente i camerini.
La platea è stata progettata come una cassa armonica, per garantire una perfetta percezione di voci e musiche durante gli spettacoli teatrali. Per la funzione cinematografica, invece, si è pensato a pareti fonoassorbenti, in grado di contenere i rumori più intensi, come quelli dei film d’azione. La cabina di regia e la sala proiezione saranno collocate nella prima galleria, mentre la seconda galleria manterrà la sua funzione originaria. È prevista anche una gradinata per migliorare la visibilità degli spettatori seduti nelle ultime file.
All’esterno, l’area antistante il teatro sarà trasformata in una piazza pubblica, pensata come luogo di ritrovo e aggregazione. Ai lati verrà installata una vasca di riserva idrica, utile in caso di emergenza incendi.
A seguire, è intervenuto l’ingegnere Luca Cortellari, in rappresentanza della ditta Edilstrade Building di Piacenza, incaricata dei lavori. Fondata nel 1947, l’azienda è oggi gestita dalla seconda generazione della famiglia.
«Si tratta di un edificio complesso, non molto esteso – ha commentato Cortellari – e per noi sarà fondamentale gestire al meglio la logistica». Il Teatro Guido sarà il quarto teatro restaurato dall’impresa, dopo quelli di Voghera, Piacenza e Mirandola.
Particolare attenzione sarà dedicata anche all’allestimento del cantiere, che interesserà parte del cortile del centro Piazzalunga. «Abbiamo pensato di personalizzare il cantiere con le immagini dei baffi e degli occhiali dell’ingegnere Francesco Piazzalunga, che nel 1894 progettò il teatro – ha aggiunto Cortellari –. Proprio sul disegno degli occhiali verranno creati due fori attraverso i quali i curiosi potranno osservare l’avanzamento dei lavori giorno per giorno».
La serata si è conclusa con uno spazio dedicato alle domande e ai dubbi del pubblico, segno di un interesse vivo e partecipato da parte della comunità su un progetto che promette di restituire alla città un luogo di cultura, memoria e futuro.














