Tanta commozione a Corte Spagnola per l’ultimo omaggio a De Donno: in 2 mila oggi alla camera ardente

Tanta commozione a Corte Spagnola per l'ultimo omaggio a De Donno: in 2 mila oggi alla camera ardente

MANTOVA – Fin dalle 8 di questa mattina la gente ha iniziato ad avvicinarsi ai cancelli di Corte Spagnola, il municipio di Curtatone a Montanara. Alle 9, quando la porta della camera ardente per Giuseppe De Donno è stata aperta, sono già in tanti a mettersi in fila e a lasciare la propria firma o un pensiero sul registro posto sotto il porticato.
Poi, in silenzio, entrano nella sala consiliare per l’ultimo omaggio al medico, ex primario della Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma, salito lo scorso anno alla ribalta delle cronache per la sperimentazione del plasma iperimmune sui malati di Covid.
Vicino alla bara la foto che lo ritrae con la fascia tricolore degli anni in cui , dal 2010 al 2015, era stato vicesindaco proprio di Curtatone, comune dove aveva sempre vissuto. Oggi, li vicino, con la fascia tricolore c’è il suo amico sindaco Carlo Bottani, che non lo lascia praticamente mai, e tra i primi ad arrivare in mattinata c’è stato Antonio Badolato, che era primo cittadino con De Donno come vice.
All’ingresso dalla sala, straziati dal dolore, i familiari del medico, la moglie Laura, la figlia più grande Martina, la sorella, zii, cugini, nipoti. Tutti a ricordare la generosità, la bontà e l’altruismo di Giuseppe come uomo e come medico.
Entrano anche tanti suoi pazienti, quelli che seguiva da decenni e quelli da poche settimane, da quando aveva deciso di lasciare il primariato della Pneumologia del Poma per iniziare a fare il medico di medicina generale a Porto Mantovano.
Ci sono anche alcuni di quegli ex malati di Covid della prima ondata sicuri di avercela fatta grazie alle terapie del dottor De Donno e anche grazie al suo sostegno mai venuto meno.
E ci sono diverse signore e signori di mezza età che si fissano per qualche attimo negli occhi lucidi per cercare la conferma di aver ritrovato i visi amici di quei compagni di giochi di tempi lontani. Sono i bambini degli anni ’70 del Villaggio Eremo, quelli per i quali il dottor De Donno è sempre e solo stato semplicemente “Pino” e con i quali è cresciuto, condividendo i momenti più belli di un’infanzia spensierata.
Nessuno si capacita di quanto accaduto, nemmeno i colleghi medici che con lui, in lunghi anni, hanno condiviso momenti difficili ma anche tante soddisfazioni.
A fine giornata sono circa 2 mila le persone che si calcola abbiano varcato i cancelli di Corte Spagnola per rendere omaggio a quel dottore “bravo, premuroso e gentile” e per far sentire la propria vicinanza alla sua famiglia.
Domani nella basilica di Sant’Andrea a Mantova si terrà l’ultimo saluto, con i funerali che prenderanno il via alle 10 e saranno celebrati da don Cristian Grandelli, parroco di Curtatone.
La celebrazione avverrà, come richiesto dalla famiglia e comunicato dalla Diocesi, senza la presenza all’interno della chiesa di fotografi e telecamere.