Trasporto pubblico, a Mantova i bus più cari in Lombardia dopo Milano

Apam, servizio ridotto a Pasqua e Pasquetta

MANTOVA – Dopo Milano, Mantova è la città con le tariffe del trasporto pubblico locale più alte in Lombardia. A denunciarlo è il consigliere comunale di Forza Italia, Pierluigi Baschieri, che analizza la situazione virgiliana.

“A Milano è scoppiata la polemica degli aumenti del ticket per il trasporto pubblico che ha oramai raggiunto la cifra record di 2,20 euro per singola corsa – dice l’esponente azzurro – A Mantova i rialzi delle tariffe sono già stati applicati a settembre nella indifferenza della politica locale. Per salire su un autobus che percorre le linee urbane nel capoluogo virgiliano si arriva a spendere sino ad 1,60 per un viaggio che non può rigorosamente superare i 75 minuti ed il raggio dei comuni dell’hinterland. Troppo per una città di modeste dimensioni come Mantova, che dopo Milano risulta essere la realtà urbana con le tariffe più alte della Lombardia. Comprendo le difficoltà di Apam Spa, che a causa della pandemia sanitaria ha visto ridursi drasticamente i passeggeri: negli ultimi anni circa il 21% dei mantovani ha usufruito dei servizi del TPL, capisco le difficoltà nel raggiungere l’equilibrio economico nei bilanci, che negli ultimi tre anni hanno chiuso con i conti in rosso. Nel solo 2022 si prospetta un disavanzo di circa 800mila euro, è anche facile immaginare che l’aumento dei costi derivanti dalle spese del gasolio e del metano abbia comportato un aumento generale delle spese, ma l’applicazione di una tariffa così elevata è inconcepibile”.

Baschieri poi presenta una tabella di confronto: “In altri capoluoghi con superfici e percorrenze chilometriche più ampie rispetto Mantova i prezzi dei trasporti sono aumentati ma non in modo così esponenziale”

Città

Tariffa urbana 2023

Milano

2,20

Mantova

1,60

Parma

1,60

Roma

1,50

Ferrara

1,50

Firenze

1,50

Brescia

1,40

Bologna

1,30

Napoli

1,20

Foggia

1,00

 

“Inutile scaricare le responsabilità sulla Regione Lombardia – osserva Baschieri -, le agenzie del trasporto pubblico locale erano libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat, spettava a loro, in ultima analisi, la scelta se porre in essere o meno le rimodulazioni delle tariffe ed eventualmente come accordarsi o compensare le aziende che prestano il servizio. Morale: il comune di Brescia ha deciso di mantenere invariato il prezzo del ticket mentre Mantova ha dovuto subire l’adeguamento pieno dell’Istat seguendo la decisione della Agenzia di Trasporto Mantova-Cremona guidata dal centrosinistra sino a dicembre. Solo a gennaio i vertici sono stati modificati in base alle designazioni di provincia e comune”.

“E’ evidente che innalzare le tariffe non fa altro che disincentivare l’utilizzo del trasporto pubblico, oramai usufruito principalmente da studenti, anziani e stranieri, in sostanza coloro i quali non dispongono di un mezzo privato – chiosa il consigliere di opposizione -. E dire che il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS) elaborato dall’assessore Iacopo Rebecchi e votato dalla maggioranza di centrosinistra prospettava una rivoluzione copernicana dei trasporti. L’unica vera novità è l’aumento delle tariffe. Non esistono incentivi per invogliare i mantovani a preferire l’autobus all’auto. Dopo tre annualità in rosso per Apam Spa ed una carenza cronica di personale serve un piano industriale in grado di rilanciare la società in vista delle prossime gare pubbliche per la concessione del servizio di trasporto che arriveranno nel 2025. E’ interesse di tutti i cittadini mantovani avere una società sana e competitiva”.