MILANO – Il Consiglio Regionale della Lombardia ha bocciato la mozione presentata dal Consigliere regionale Simone Verni (M5S): “Miglioramenti alla flessibilità del trasporto pubblico locale a sostegno e in linea con lo smart working”.
Simone Verni (M5S): “La pandemia ha stravolto il Mondo, il modo di lavorare e di conseguenza il trasporto pubblico. I dati presentati dal Politecnico di Milano dicono che lo smart working riguarderà circa il 70% dei lavoratori italiani, anche post-pandemia. La stessa Trenord lamenta un calo di passeggeri e la necessità di proposte attraverso le quali tornare ad attrarre viaggiatori. Unendo questi presupposti abbiamo proposto al Consiglio di Regione Lombardia di impegnare la Giunta ad avviare una riflessione con Trenord e tutti gli stakeholder interessati, in merito alla possibilità di introdurre tariffe agevolate anche per chi si reca a lavoro solamente due o tre giorni a settimana. Pendolari per i quali diventa insostenibile il costo di un abbonamento mensile, ma che rimetterebbero volentieri l’auto in garage qualora potessero usufruire di offerte simili a quelle già introdotte da Trenitalia, Italo e Autoguidovie, per fare un esempio. Queste aziende hanno ampliato la propria offerta con carnet dedicati agli smart worker, la cui convenienza è tale da consentire risparmi di circa il 30% per i pendolari. Purtroppo, l’Assessore Terzi ha manifestato in Aula tutta la chiusura della Giunta di fronte a questo tentativo di innovazione. Di fronte a una proposta che, mettendo da parte ogni polemica (che fine ha fatto, ad esempio, l’integrazione tariffaria prevista per legge da 10 anni?), intendeva semplicemente introdurre un nuovo abbonamento per un nuovo mondo. Il mondo è cambiato e sta cambiando, l’unica azienda a non capirlo pare essere Trenord, per questo abbiamo chiesto alla Giunta di intervenire, al fine di trovare nuove modalità di abbonamento che vengano incontro alle mutate esigenze dei viaggiatori. Purtroppo, quando si tratta delle esigenze dei pendolari, Regione Lombardia alza un muro di arroganza invalicabile, anche quando basterebbe poco per migliorare le condizioni di chi, ogni giorno, lavora per rendere grande la nostra regione, oltre a doversi confrontare con le carenze del servizio di trasporto pubblico regionale”.