Ue, stop al petrolio russo: le conseguenze per l’Italia

STRASBURGO (FRANCIA) – La Commissione europea ha varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’aggressione all’Ucraina. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha presentato davanti al Parlamento europeo riunito in plenaria le misure restrittive proposte agli Stati membri, che decideranno all’unanimità. “Proponiamo un divieto al petrolio russo, uno stop totale a tutte le importazioni di greggio entro sei mesi e di petrolio raffinato entro l’anno”, ha detto la presidente della Commissione europea.
La quota di mercato italiano coperto con petrolio russo è oggi del 10,1%, pari a 5.7 milioni di tonnellate. I primi paesi dai quali importiamo solo Azerbagian (23%), Libia (18%) e Iraq (14.5%). Già in passato è accaduto di dover sostituire all’improvviso importanti fornitori: nel 2011 accadde con la Libia, da cui importavamo oltre il 20% del fabbisogno, o anche nel 2013 con l’embargo all’Iran che pesava per oltre il 25%. Quindi è possibile tagliare le importazioni dalla Russia.
Tra le misure previste anche l’eliminazione dal sistema Swift di alcune banche russe, tra cui la SberBank, la più grande nel mercato russo, e il divieto di fornire servizi contabili e di consulenza europei di cui alcune società russe usufruiscono. Infine, verranno elencati alcuni dei responsabili di crimini di guerra a Bucha e dell’assedio a Mariupol, tra cui ufficiali di alto rango. “Sappiamo chi siete e sarete ritenuti responsabili” ha detto la presidente rivolgendosi agli autori delle stragi.

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