Caporello, il ricordo: “Sapeva ascoltare e aveva nel cuore i giovani”

MANTOVA – “Con monsignor Egidio Caporello se n’è andato un punto di riferimento fondamentale, una guida luminosa per tutta la sua missione per la Chiesa Cattolica mantovana”. Così lo ricorda il sindaco di Curtatone e presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani. “Tanti i momenti significativi durante il suo episcopato, su tutti il viaggio pastorale di Papa Giovanni Paolo II nel 1991, che toccò anche la nostra comunità di Grazie e la Casa del Sole a San Silvestro, oltre a quelle di Mantova e Castiglione delle Stiviere. Tanti sono i ricordi con lui, in particolare gli ultimi anni nei quali abbiamo avuto il grande privilegio di averlo tra noi, poiché risiedeva a Grazie. Lo ricordo come una persona in grado di entrare in empatia coi giovani, una guida spirituale che aveva una grande capacità di ascoltare”.

“Con grande tristezza salutiamo un grande personaggio – ha detto l’ex sindaco di Curtatone Claudio Calanca, primo cittadino nel 1991 proprio nel momento in cui ci fu la visita del Papa nel Mantovano -, ricordo che negli ultimi anni capitava di incontrarlo alle Grazie, mentre leggeva seduto su una panchina: mi fermavo a salutarlo e a fare delle riflessioni. Se ne va una persona di grande cultura e sensibilità, attento ai problemi della società, lo ricorderemo con grande affetto”. Diversi gli aneddoti sulla visita alle Grazie del Papa: “Ricordo che monsignor Caporello fece l’impossibile, pur con la grandissima discrezione che lo contraddistingueva, perché il Santo Padre, che già aveva diversi acciacchi, si fermasse nella piazza del Santuario delle Grazie a fare un breve discorso. Ebbene, riuscì a convincerlo”. “Volle inoltre che andassi a ricambiare la visita del Santo Padre a Roma: io ritenevo dovesse essere – spiega Calanca – la festa dei cattolici praticanti, lui insistette perché partecipassi anche io con tutta la delegazione. Come mi convinse? Grazie ad una profonda riflessione che mi espose: dopo quella non seppi dire di no. E ancora oggi gli sono grato anche per questo”.

“Se ne va un buon pastore, una persona mite ma che sapeva essere estremamente determinata – dice l’avvocato Sergio Genovesi, sindaco di Mantova dal 1990 al 1993 -, i rapporti più intensi con monsignor Caporello sono iniziati verso la fine degli anni ’80, quando cadde il muro di Berlino. In quell’occasione diede una vera ‘lezione’ al nostro gruppo di socialisti cattolici, dicendosi molto preoccupato per i popoli cristiani oltre cortina”. “Quando divenni sindaco nell’agosto del 1990 la visita del Santo Padre era già prenotata, lavorammo fianco a fianco assieme anche al Presidente della Provincia. Ricordo le discussioni a non finire sul manifesto da dedicare al Papa: si discuteva l’opportunità o meno di farne due separati, uno della diocesi e uno delle autorità civili. Alla fine lo convinsi a farne uno comune, e il titolo ‘Il Papa tra noi’ era significativo di una comunità che voleva farsi unità. Poi ricordo il lavoro per preparare il discorso di saluto in piazza Erbe, l’incontro del secondo giorno alla Belleli, che inevitabilmente portavano ad uno scambio. Fu un evento che lasciò il segno nella comunità mantovana e anche in lui, che lo ricordava sempre con piacere quando ci incontravamo. Riuscimmo a prepararlo, come Caporello aveva suggerito, con grande sobrietà, nonostante la portata dell’evento. Del resto la sobrietà e la mitezza, che però non ne annacquavano la determinazione, facevano parte del modo di essere del vescovo emerito. Dei suoi ultimi anni ricordo il grande attaccamento alla Fiera delle Grazie e alla manifestazione dei madonnari: nonostante il grande caldo ha sempre voluto esserci”.

Era un giovane prete Don Gabriele Rubes quando il vescovo Caporello gli affidò il compito di animare il momento della preghiera con i giovani durante la visita del Papa a Castiglione delle Stiviere: “Ci teneva molto perché si era sentito dire da altri animatori che i giovani mantovani erano molto freddi – ricorda don Gabriele -, e mi chiese aiuto. La fiducia fu ben ripagata, quella volta: lui ci teneva molto, perché per i giovani ha sempre avuto un occhio di riguardo. Se ne va un grande personaggio, che aveva una capacità straordinaria di ascoltare”.