Un abbraccio lungo una vita: una folla silenziosa per l’ultimo saluto a Maria Zuccati

MANTOVA – Un lungo abbraccio collettivo ha attraversato, fin dalle prime ore del mattino, la Sala Consiliare del Comune di Mantova, dove è stata allestita la camera ardente per Maria Zuccati. Decine, centinaia di persone, un andirivieni silenzioso ma intenso, hanno voluto salutare una donna che con il suo impegno civile, sociale e politico ha lasciato un’impronta indelebile nella storia di Mantova e della sua gente.
Tra i primi ad arrivare a rendere omaggio c’è stato il sindaco Mattia Palazzi, che già nei giorni scorsi aveva dedicato a Maria le celebrazioni del 25 aprile, definendola “simbolo limpido di una libertà conquistata con coraggio e custodita con coerenza”. Oggi, il tributo della città è stato concreto, vivo, commosso anche durante le cerimonie della Festa della Liberazione.

Nel silenzio rispettoso della Sala Consiliare, a raccogliere le condoglianze c’erano la cugina Rosanna, che le è stata accanto fino all’ultimo respiro, e la nipote Giovanna. Accanto a loro si sono stretti tanti amici di Maria, compagni di battaglie civili e politiche. Ma anche molti giovani. Diversi di loro l’avevano conosciuta in classe, quando Maria raccontava con passione e lucidità cosa fosse stata la Resistenza e perché quei valori andassero difesi ogni giorno, in ogni gesto. Era impossibile non volerle bene, dicono in tanti. Perché Maria era di cuore buono, disponibile, empatica, pronta all’ascolto,

ma anche ferma nei principi, rigorosa nella coerenza.

Nata a Moglia nel 1929, Maria Zuccati aveva solo 14 anni quando, dopo l’8 settembre 1943, mise a rischio la propria vita per aiutare i soldati italiani a fuggire dalla caserma di via Cairoli. Fingendosi fidanzata di ognuno di loro, li accompagnava lontano dai pericoli, tra le strade di una Mantova occupata, beffando fascisti e tedeschi. Una ragazzina, sì, ma già partigiana nell’animo e nei fatti. Dal dopoguerra in poi, Maria non ha mai smesso di lottare. Prima donna mantovana assessore provinciale, militante nel Pci, dirigente dell’Unione Donne Italiane, presidente onoraria dell’Anpi è stata protagonista nella vita pubblica locale per decenni. Ha ricoperto ruoli chiave anche in Comune a Mantova, poi a Virgilio, ed è sempre stata accanto ai lavoratori, alle donne, ai giovani, ai più fragili. Instancabile, anche in anni recenti la si ricordava in prima fila in tante situazioni,  al presidio della Corneliani, portando solidarietà con la stessa forza di sempre. Negli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti: dal titolo di Cavaliere della Repubblica al “Virgilio d’Oro”, passando per le cittadinanze onorarie di Pegognaga, Gonzaga e Borgo Mantovano. Ma il premio più grande è forse stato l’affetto sincero della sua gente, che oggi le ha restituito quel che lei ha donato a una comunità intera.

Domani alle ore 10 il sindaco Palazzi rivolgerà un saluto prima del trasferimento alle 10 del feretro a Moglia, il luogo dove tutto era cominciato. Alle 10 il sindaco Palazzi  Maria lascia nel dolore Rosanna e Giovanna, ma anche una grande famiglia fatta di affetti, amicizie, memoria e riconoscenza. E Mantova, oggi, si stringe in un ultimo abbraccio a quella “ragazzina partigiana” che ha saputo attraversare il Novecento con coraggio, intelligenza e una passione che resterà esempio per le generazioni future.

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