Una scuola permanente di arte muraria a Villa Galvagnina

Una scuola permanente di arte muraria a Galvagnina

GALVAGNINA (PEGOGNAGA)  – L’Italia ha un valore aggiunto rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo costituito dall’immenso patrimonio storico-architettonico-archeologico, sparso sul territorio nazionale. Ma ha pure un patrimonio edilizio-residenziale sia pubblico che privato di pregio, che accresce questo valore. Entrambi necessitano di cure manutentive, alle quali le pubbliche istituzioni non sembrano prestare la dovuta attenzione. Del resto i crolli avvenuti a Pompei alcuni anni or sono insegnano. Così come purtroppo insegna la tragedia del Ponte Morandi. Alla base ci sta un vuoto culturale. Eppure «La cultura – scrive Valter Veltroni sul Corriere della Sera di sabato 9 – é lavoro e non solo di quello chi crea». Vuoto su cui pochissimi hanno focalizzato l’interesse. Il settore manutentivo, ad esempio, se strutturato istituzionalmente, potrebbe aprire un nuovo orizzonte occupazionale. Su questo fronte Mantova potrebbe fungere da zona pilota, come già ha fatto con il Festivalletteratura.
Sarebbe un input che fungerebbe da traino se mettesse in atto ciò che l’ex-imprenditore edile Federico Merli ebbe il buzzo di intuire addirittura 40 anni fa, battendosi per questo progetto, cui per altro riuscì a dar vita a Villa Galvagnina, negli anni Ottanta, purtroppo per breve tempo, perché i colleghi non ne capirono il valore qualitativo prospettico.
Si trattò di una Scuola di Restauro Murario dal duplice obiettivo, salvare l’edifico di inestimabile valore storico-artistico ed elevare qualitativamente la professionalità delle maestranze di un settore quello edilizio che incide in modo significativo sul Pil nazionale.

Essendo il Comune di Mantova proprietario di Villa Glvagnina e disponendo oggi di un finanziamento di 6.230.000 euro, ai quali ha già deliberato d’aggiungerne altri 300.000, «perché – osserva Merli – non finalizzare il restauro ricostruttivo dando nuova vita all’immobile, oggi in degrado, e farne sede di un Centro Permanente d’Arte Muraria?»

Da che cosa deriva questa esigenza?, chiediamo. «Dal depauperamento delle capacità manuali del settore edilizio, in prevalenza costituito da piccole unità impegnate in una parcellizzazione dei lavori, determinando sempre più il “mordi e fuggi”. Occorre dare una svolta culturale alla visione delle maestranze atte al recupero del territorio, a risanamento e cura del patrimonio storico-artistico-archeolgico, ma anche residenziale, che risente più di altri il peso della crisi».
Come strutturerebbe il progetto di qualificazione professionale? «Coinvolgendo prima di tutto la nostra università, quindi Comune di Mantova, Centro Formazione Professionale diretta emanazione della Regione, Scuole edili, Provincia, Comarte, S.p.a.e. e tutte le associazioni di categoria, nonché chi crede che la nostra professione abbia da indirizzarsi verso un nuovo modo di operare, come giustappunto sostiene l’architetto Renzo Piano, onde rammendare il “tessuto edilizio”». Perché a Galvagnina? «L’immobile si presta perfettamente quale sede istituzionale. In contemporanea verrebbe conservato continuativamente dagli insulti del tempo e sopratutto dall’incuria della gente. Oltretutto diventerebbe un’istituzione traino per l’intero settore edilizio italiano».

Riccardo Lonardi

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