“Entro giugno tutti avranno ricevuto la prima dose. Ci metto la faccia”: così Guido Bertolaso in una intervista al quotidiano “Il Corriere della Sera” il giorno dopo la rivoluzione che ha portato all’azzeramento dei vertici di Aria, la società della Regione Lombardia che gestisce la piattaforma per le prenotazioni dei vaccini (vedi: Caos prenotazioni vaccini, Fontana azzera i vertici di Aria ).
Proprio nei confronti di Aria il consulente della Regione per il piano vaccinale lancia dure accuse: “Mi ero accordo che qualcosa non funzionava il giorno che abbandonarono trecento anziani convocati per errore. Era un sistema che funzionava male e andava cambiato. Siamo atterrati su Marte, non possiamo gestire delle prenotazioni via sms”.
Bertolaso conferma in ogni caso che entro l’11 aprile tutti gli ultraottantenni lombardi saranno vaccinati. Poi rilancia: “Entro giugno tutti i lombardi riceveranno la prima dose. Ci metto la faccia. Se parte la Lombardia riparte l’Italia”.
Le promesse di Bertolaso confliggono però con quanto dichiarato ieri dal governatore Attilio Fontana in conferenza stampa a proposito delle scorte di vaccini “Se non arriveranno altre scorte, a fine mese non avremo più vaccini” ha dichiarato Fontana e questo potrebbe rallentare ulteriormente la campagna vaccinale che in Lombardia è stata fino ad ora caratterizzata da problemi, disguidi e ritardi.
Bertolaso, con grande amarezza, ha però anche evidenziato la sua situazione dalle “mani legate” “Qui – dichiara – non sono nessuno: non posso firmare un pezzo di carta, non posso stanziare un euro. Dovrei stare all’ultimo piano di Palazzo Lombardia a dire cosa mi sembra giusto o sbagliato. Invece sono qui a incastrare numeri. A rispondere ai cittadini. Con un pò di autorevolezza, ma senza autorità”.
In merito al confronto con le altre Regione, dice: “Non siamo primi e nemmeno ultimi. E a chi mi fa l’esempio del Lazio che ha avviato anche le vaccinazioni di fasce di popolazioni under 80 vorrei spiegare che noi stiamo seguendo le priorità che ci hanno chiesto. Non seguire quell’ordine è scorretto, anche se suggestivo”. E sulla possibilità di candidarsi a sindaco di Roma, commenta: “Sarebbe un sogno, ma sono vecchio ed esausto per questo sforzo. Finito di vaccinare l’ultimo lombardo torno negli spogliatoi e ricomincio a fare il nonno”.