Vaccini, in Lombardia è possibile prenotare la quarta dose. Preoccupazione per l’influenza: “Fare il doppio vaccino”

Vaccini, in Lombardia è possibile prenotare la quarta dose. Preoccupazione per l'influenza:

Aperte le prenotazioni per la quarta dose di vaccino in Lombardia. Da venerdì 30 settembre è possibile farlo tramite il portale della Regione.

Quarta dose in Lombardia, al via le prenotazioni 

La quarta dose è raccomandata in via prioritaria ai cittadini over 60. Ma anche alle persone con elevata fragilità di età pari o superiore ai 12 anni, agli operatori sanitari e a operatori e ospiti delle strutture residenziali per anziani e alle donne in gravidanza. Queste ultime possono accedere anche recandosi senza prenotazione in uno dei centri vaccinali della Lombardia.

Quando fare la quarta dose e come prenotare

L’appuntamento per la quarta dose può essere prenotato purché siano trascorsi almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall’ultima infezione successiva al richiamo. La quarta dose per gli over 12 è prenotatile sul sito di Regione Lombardia a https://www.prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it .Altre modalità di prenotazione sono attraverso il call center 800.894.545, tramite gli sportelli automatici di Poste della Lombardia e con il portalettere. Sono inoltre disponibili, in 605 farmacie lombarde, i vaccini anti Covid-19. In Regione Lombardia sono state vaccinate 8,76 milioni di persone e somministrate, a oggi, 24,7 milioni dosi di vaccino anti Covid. Tra queste 660.000 quarte dosi.

Covid e influenza: “Bisogna fare il doppio vaccino”. 
Per far fronte alla nuova ondata dei contagi da covid-19 da un lato e all’arrivo dell’influenza stagionale dall’altro, gli esperti consigliano di effettuare una doppia vaccinazione. Vale a dire di procedere con la somministrazione contemporanea, in un’unica seduta, del vaccino contro il Covid e l’antinfluenzale. 

Si attende tra l’altro, come riporta l’Agenzia Dire, una maggiore incidenza dei virus influenzali rispetto agli scorsi anni: “Si stima che i casi in Italia possano arrivare a 6 o 7 milioni- afferma Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario aziendale dell’Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano– Un dato in crescita rispetto agli scorsi anni, come dimostrano anche le osservazioni sull’emisfero australe, dove l’influenza è in corso. Dobbiamo poi considerare l’aumentata quantità di virus respiratori e la minore esposizione della popolazione a microorganismi patogeni come virus e batteri negli ultimi due anni, da ricondurre alle restrizioni sociali adottate nelle stagioni precedenti, che ha non solo ridotto la diffusione del SARS-CoV-2, ma anche quella degli altri virus influenzali”. Secondo l’esperto “permarrà nella prossima stagione influenzale anche il SARS-CoV-2, e per molto tempo, anche se avrà sempre più difficoltà a diffondersi, considerando sia l’alta quota di persone che hanno già contratto il Covid-19 che coloro che si sono vaccinati. Assisteremo, infatti, a un andamento ondulante della curva epidemiologica: questo sia a causa della rapidità con cui si diffondono le varianti, sia a causa della presenza (o assenza) di vaccinazioni o di casi di malattia recente (ovvero chi si è negativizzato da poco)”.

Attualmente in Italia “almeno 23 milioni di persone hanno avuto una diagnosi di SARS-Cov2, inoltre l’81% degli italiani è stato vaccinato più o meno completamente. Tutte queste persone hanno acquisito una capacità protettiva- ribadisce Pregliasco- ma non è evitato il rischio di reinfezione, sono invece protette dagli effetti più pesanti”. Dai dati risulta “un 10% di reinfezioni da Covid-19– prosegue Fabrizio Pregliasco- e nel prossimo futuro per evitare una stanchezza vaccinale, e se l’andamento epidemiologico lo permetterà, si cercherà di sincronizzare le due vaccinazioni. Guardia alta, sempre, perché il SARS-CoV-2, nonostante la minor letalità, non è un’influenza. Lo ribadisce il professor Pregliasco: “Il Covid uccide ancora 4 volte tanto l’influenza ed è la causa del 95% dei decessi negli ultrasessantenni. La vera influenza, rispetto ad altri casi”, prosegue il professore, si riconosce per febbre con temperatura elevata, a comparsa brusca, sintomi respiratori o bruciore agli occhi e almeno un sintomo extra respiratorio (come dolori muscolari, mal di testa, spossatezza, etc.)”.