MANTOVA – Dall’inizio della campagna vaccinale ad oggi in provincia di Mantova sono state somministrate 63.099 dosi di antinfluenzale, pari ad una copertura della popolazione del 15,6%, che si attesta al 45,3% negli ultrasessantacinquenni.
Dati alla luce dei quali ATS esorta i cittadini – soprattutto quelli nelle fasce considerate più a rischio – a sottoporsi alla profilassi per prevenire forme gravi e complicate di influenza. “Esiste una sostanziale concordanza sul fatto che i principali destinatari dell’offerta di vaccino antinfluenzale debbano essere le persone di età pari o superiore a 65 anni, nonché le persone di tutte le età con alcune patologie di base, che aumentano il rischio di complicazioni a seguito di influenza – spiega Cecilia Donzelli, Responsabile della Struttura Prevenzione delle Malattie Infettive di ATS della Val Padana -. La vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata anche nella fascia d’età 60-64 anni, come per tutti i soggetti presenti in strutture residenziali o di lungo degenza, alle donne in gravidanza e nel post partum e vivamente consigliata anche nella fascia di età 6 mesi – 6 anni, al fine proprio di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani, cercando di interrompere la catena di contagio”.
Quanto ai dati diffusi, “Preme sottolineare – prosegue la dott.ssa Donzelli – che i dati divulgati in merito alle somministrazioni e alla relativa copertura vaccinale, sono in continua evoluzione perché la campagna è ancora in pieno corso e la registrazione della vaccinazione sul portale dedicato, da cui vengono estratti i dati, non è necessariamente contestuale alla somministrazione del vaccino. È importante inoltre evidenziare che, alla data del 23 dicembre, l’adesione dell’età target in provincia di Mantova per la popolazione dei soggetti di età superiore ai 65 anni è ben lontana dall’auspicato 75% di copertura vaccinale. Resta inoltre sicuramente strategico sollecitare maggiormente anche la fascia pediatrica, fondamentale per proteggere non solo i bambini, ma soprattutto i nonni e gli adulti fragili a contatto con i piccoli”.