MANTOVA – E’ arrivato l’autunno e il dibattito politico verte ora sul tema del vaccino. Da Valerio Zanolla, Segretario Generale dello SPI CGIL Lombardia, si alza la polemica sull’immobilismo della Regione Lombardia. “Ora basta scherzare sulla salute degli anziani, la Regione faccia chiarezza sui vaccini. Non solo siamo in pesante ritardo rispetto ad altre Regioni, come la Campania e il Lazio, che hanno già iniziato dal 1° ottobre, ma rischiamo di non avere sufficienti vaccini per coprire tutti gli anziani e le persone fragili, in un contesto che vede un preoccupante aumento dei contagi Covid – prosegue Zanolla -. Il sindacato dei pensionati, da sempre attento al tema delle vaccinazioni antinfluenzali che riguardano soprattutto gli anziani over 65enni e che quest’anno dovrebbero coprire anche gli over 60 e i bambini fino a 6 anni, ha iniziato ad affrontare il tema per tempo, precisamente il 30 luglio, durante un incontro con l’Assessore Gallera e il Direttore Generale Trivelli.
“Abbiamo chiesto – insiste il Segretario generale dello Spi Cgil Lombardia – a Regione se si stavano attrezzando per il Piano vaccinazioni, visto e considerato che il Ministero della Salute ha emanato le linee guida già all’inizio di giugno. Ci hanno rassicurato che le ATS stavano predisponendo i piani territoriali e ci hanno garantito che ci avrebbero dato tutte le informazioni all’inizio di settembre, ma nell’ultimo incontro, avvenuto il 10 settembre non sono stati in grado di dirci nulla. Gli anni scorsi, nel mese di Agosto Regione Lombardia pubblicava il Piano vaccinazioni; quest’anno del piano non c’è traccia. Perché? Assistiamo quotidianamente alle rassicurazioni di Regione Lombardia che dice che tutto è pronto, ma nei territori non si sa nulla. Molti medici di medicina generale non sanno ancora quanti vaccini riceveranno rispetto a quanti ne hanno bisogno, ne dove questi vaccini verranno effettuati, visto e considerato che molti studi sono inadeguati a causa della normativa anticovid”.
“Se i vaccini verranno eseguiti in luoghi diversi – conclude Zanolla – chi si farà
carico di allestirli per renderli consoni ad una prestazione sanitaria. Sappiamo anche
che alcuni medici non hanno per ora aderito alla campagna ma non siamo in grado di
valutare la dimensione di questo problema. Possibile che in Lombardia, dopo tutto quello che è successo, ancora siamo impreparati di fronte ad un tema che si poteva largamente affrontare per tempo? Regione Lombardia non fa altro che scaricare le responsabilità su altri, è ora che invece si diano nomi e cognomi a queste responsabilità. Abbiamo già fatto diverse richieste di incontro a Regione Lombardia su questo e su altri temi e ancora non
abbiamo ricevuto risposta. E intanto agli anziani e ai fragili, se vogliono tutelare la
loro salute, non resta che rivolgersi al privato. Ma questo è il modello lombardo”.