VIADANA – Commosso e partecipato, questa mattina a Viadana presso il cimitero comunale, il ricordo della strage di Nassiriya, avvenuta nella città irachena il 12 novembre del 2003, esattamente 20 anni fa. Una ricorrenza molto sentita per la città, perché nell’attentato perse la vita il sottotenente Filippo Merlino, allora comandante della stazione di Viadana e componente del contingente italiano nell’operazione Antica Babilonia. Nell’attacco kamikaze morirono 12 Carabinieri, cinque soldati dell’esercito e due civili oltre a 9 iracheni. I feriti furono 20: 15 Carabinieri, quattro militari e un civile.
Presente una nutrita rappresentanza dell’Arma, con il Comandante Provinciale dei Carabinieri Vincenzo Di Stefano, che ha tenuto un accorato discorso. Presenti, tra gli altri, anche il Comandante della Compagnia di Viadana Giovanni Martufi, il Comandante della stazione viadanese Massimiliano Burroni, il Questore Giannina Roatta, il Viceprefetto Vincenzo Spezzaferri e le rappresentanze della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale. Ha preso la parola anche il figlio di Filippo Merlino, Fabio, presente con la madre Alessandra: ha ricordato la figura del padre e ha ripercorso i momenti vissuti in quel tragico giorno. Nei giorni scorsi la famiglia del sottotenente aveva esternato la propria amarezza, perché ai caduti di Nassiriya non era stata tributata la medaglia d’oro al valor militare.
Presente anche l’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Nicola Cavatorta, varie associazioni di carabinieri e alpini e i ragazzi delle scuole elementari e medie della “Parazzi”, che hanno espresso pensieri e letto alcuni brani. Un momento di raccoglimento è stato officiato dal parroco e dal cappellano militare.
“L’amministrazione ha partecipato con grande coinvolgimento a questa cerimonia – dice il sindaco Nicola Cavatorta -, per far sentire la propria presenza a fianco dei familiari di Merlino e ai carabinieri, duramente colpiti da quella tragedia. Filippo Merlino era uno di noi, un viadanese, che ha pagato con la vita l’impegno in una missione internazionale di pace. Una cerimonia che nel ventennale dalla strage assume un valore ancora più profondo”.