Villa Carpaneda, dipendenti in stato di agitazione: “Contratto peggiorativo e turni massacranti”

RODIGO – Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Rsa Villa Carpaneda di Rodigo: lo annunciano le organizzazioni sindacali, dopo il tentativo bonario di conciliazione di stamattina, che non ha prodotto nessun passo avanti. Si procederà alla richiesta di tentativo di raffreddamento alla Prefettura, annunciano i sindacati, rappresentati da Elena Giusti, Magda Tomasini e Najoua Chahramane per Fp Cgil, Rosanna Magnani per Cisl Fp Asse del Po, Flavio Rebecchi e Paola Biacca di Uil Fpl.

Un atto necessario, quello dello stato di agitazione “visto l’atteggiamento della Cooperativa Med Services – spiegano le parti sindacali – nei confronti dei dipendenti”. La motivazione principale è il cambio unilaterale del contratto collettivo, da Cooperative Sociali ad Aiop Rsa, senza nessuna comunicazione ai sindacati, e soltanto il giorno prima ai dipendenti del Gruppo Gheron (società accreditata per la gestione della Rsa), attraverso il portale del dipendente.

“Un contratto peggiorativo – dice Magda Tomasini di Fp Cgil – a livello normativo, ad esempio per quanto riguarda la fruizione dei periodi di maternità e di malattia, la maturazione permessi, oltre allo stacco fra i turni che diminuisce da 11 a 8 ore: è come tornare indietro di 30 anni. Inoltre si tratta del secondo cambio di tipologia di contratto dal 2016: dopo il subentro di Med Services, i dipendenti erano già passati da un contratto enti locali ad un contratto cooperative. E già in quell’occasione il cambio era stato meno vantaggioso per i dipendenti”.

“Al cambio di contratto si aggiungono forti livelli di stress – prosegue Tomasini -, con carichi di lavoro da oltre un anno al limite, per carenze di organico con piani di lavoro non aggiornati alle attuali condizioni numeriche e la mancata fruizione delle 4 settimane, al minimo, di ferie annue per il riposo psicofisico. Forte anche il turnover di dipendenti, e i tirocinanti non vogliono restare”.

“Si fa ancora economia sulla pelle dei lavoratori – conclude Tomasini – perché questa decisione ha tutta l’aria di essere un atto politico, viste le buone condizioni ottenute dal rinnovo del contratto cooperative”.

(Adnkronos)

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