Yana, rose bianche al funerale e una frase con le lettere del suo nome: You Are New Angel

ROMANO DI LOMBARDIA – Una rosa bianca data in mano a ciascun partecipante, con la foto di Yana e una frase in inglese costruita con le lettere che compongono il suo nome: “You Are New Angel”, Tu sei nuovo angelo, la stessa frase che campeggiava già da due giorni nello striscione appeso davanti alla chiesa.

UNA BARA CHIARA COSPARSA DI ROSE BIANCHE CON DUE NASTRI GIALLO-AZZURRI, I COLORI DELL’UCRAINA

È cominciata così la celebrazione del funerale di Yana Malayko, la 23enne di origine ucraina, uccisa a Castiglione delle Stiviere la notte tra il 19 e il 20 gennaio scorso per la cui morte è in carcere l’ex fidanzato 33enne Dumitru Stratan accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Per Yana una bara chiara anche questa cosparsa di rose bianche e tanti cuori, due nastri giallo-azzurri come i colori della sua terra, l’Uucraina.

AI FUNERALI TANTI I CASTIGLIONESI E TRA LORO ANCHE CRISTINA, LA SORELLA DI DUMITRU 

La cerimonia, molto partecipata, è stata celebrata dal parroco di Romano monsignor Paolo Rossi, con don Gianluigi Belometti, don Giorgio Carobbio, il parroco emerito monsignor Tarcisio Tironi insieme a padre Vasile, religioso che segue la comunità ucraina.
Un dolore straziante era palpabile su tanti volti. E ormai lacerati dal dolore erano in prima fila i genitori di Yana, papà Oleksander e mamma Tatiana, e poi i nonni paterni Giovanni e Larissa, Andrei Cojocaru il ragazzo di Medole che la ragazza frequentava da qualche settimana, gli amici di famiglia e l’avvocato Angelo Lino Murtas che è sempre rimasto vicino alla famiglia durante questi lunghissimi drammatici giorni. Tanti i castiglionesi che hanno partecipato al funerale e, tra questi, il sindaco Enrico Volpi e Cristina Stratan, la sorella di Dumitru: era stata lei a chiamare i carabinieri dopo la rivelazione shock del fratello che le aveva confessato di aver ammazzato Yana.

IL PARROCO: “L’AMORE E’ DIVENTATO ODIO E L’ODIO NE HA ORDITO LA MORTE”

Durante l’omelia monsignor Rossi ha detto: “L’amore lascia il posto alla morte quando nel profondo del cuore i sentimenti alimentano indebiti giudizi, rivalsa e rancore. L’amore muore quando nel cuore dell’uomo si radica il risentimento, quando l’altro è guardato con sospetto e viene visto come causa del proprio malessere. Il rancore e il risentimento hanno il potere, se non governati, di alimentare l’odio che non poche volte porta la ragione dell’oblio e arma prima la parola e poi la mano, per ferire l’altro, per umiliarlo, per farlo morire. La morte di Yana ci ha sorpreso e sconcertato nello stesso tempo. Ci ha sorpreso perché non avremmo mai pensato che una giovane potesse terminare la sua esistenza terrena a ventitré anni. Sappiamo che si può morire anche nei primi decenni della vita: disgrazie, incidenti, malattie sono in genere le cause della morte delle persone giovani. Avviene raramente, ma succede. Lo sconcerto è per la tragica fine di Yana che è morta per mano dell’uomo con il quale aveva vissuto un tratto della sua esistenza e con il quale aveva pensato di poter condividere la vita. Inesattamente l’amore è diventato odio e l’odio ne ha ordito la morte. Questo evoca il mistero del male, del maligno che attraversa la storia degli uomini e il loro cuore fin dalle origini e miete vittime fra i più buoni, con sorprendente determinazione…..”
Alla fine dell’omelia don Paolo ha dichiarato anche: “Preghiamo anche per chi ha tolto la vita a Yana: il Signore lo aiuti a ritrovare la sua umanità col pentimento e con la richiesta di perdono”.

LA TOCCANTE TESTIMONIANZA DI ANGELO MURTAS AFFIDATAGLI DAI GENITORI DI YANA

Toccante il momento in cui l’avvocato Murtas ha portato una testimonianza affidatagli dai genitori. “Ciao Yana. Sono Angelo, Angelo Murtas. Non sono qui come avvocato ma come amico di Oleksandr e Tatiana, che mi hanno incaricato di dire due cose: esprimere i loro ringraziamenti e raccontare la tua breve vita. Parlo a voce alta perché lì dentro, nella bara, è difficile sentire, e perché ho un nodo alla gola. Papà e mamma mi hanno dato questo incarico perché non hanno più lacrime, i loro occhi si sono svuotati, e perché non hanno più neppure parole. E così i nonni Larissa e Giovanni. Ho l’incarico di ringraziare tutta la gente di Castiglione delle Stiviere, quelli che ci hanno aiutato a cercarti in quel pantano, il sindaco, le associazioni, tutte le persone che ci hanno dato una mano. Ho capito perché la Croce Rossa Internazionale è nata a Castiglione, avete una solidarietà innata. Grazie al sindaco di Romano di Lombardia, che ha dato la possibilità che Yana tornasse qua. Grazie alle associazioni che si battono contro i femminicidi. Grazie a Gianni Spoletti, il mio consulente, grazie a Francesco Porrello, hanno lavorato intensamente. E non mi basta il tempo per ringraziare tutti”.
“Oleksandr mi ha detto che teneva che io ricordassi Yana. Cara Yana, ti chiedo scusa se non racconterò tutto. Racconterò le cose più importanti della tua vita. La nascita in Ucraina. La sfortuna di avere contro le radiazioni di Chernobyl. La malformazione. Le operazioni. Tutto risolto a Treviglio e, come dice nonna Larissa, da brutto anatroccolo ti sei trasformata in un meraviglioso cigno. Sì, meraviglioso cigno. Quando venivi a scuola a Seriate, vicino a casa mia, accompagnata da nonno Giovanni, spiccavi non solo per la tua bellezza, ma anche per il tuo sorriso. Per il tuo sorriso avevi una leadership. Se da bambina facevi una birichinata, il papà ti metteva in castigo. Una volta, non ti ha fatto uscire dalla tua camera per una settimana, uscivi solo per andare a scuola. Il primo giorno eri tristissima. Il secondo giorno eri allegra. Il papà ha scoperto che tutta la classe si era trasferita da te perché tutti volevano stare con te. Eri solare, eri un sole anche per loro. Il papà ti aveva insegnato a combattere. C’è una minoranza di persone, di uomini, che hanno anche una minoranza di cervello. Pensano che le donne che amano siano di loro proprietà. E se le donne non lo accettano, arrivano la violenza, la morte. Non ci possono essere perdonismi, non ci soni vie di fuga per cui dopo anni sei fuori. Una pena esemplare. Dai genitori di Yana non ho mai sentito parole di odio, Chiedono giustizia, una giustizia proporzionata alla gravità di questo fatto. Papà ti aveva insegnato a combattere, karate, pugilato. Una volta, quando un ragazzo ti aveva toccato, ti eri girata e l’avevi steso con un jab. Ma soprattutto ti facevi amare. I bar dove lavoravi erano sempre pieni di gente, ragazzi e ragazze, tutti i negozianti della zona a cui, la mattina davi il tuo sorriso, che usciva dalle tue labbra, le stesse labbra della mamma, il tuo sorriso e quei bellissimi occhi. Siamo tutti tuoi genitori. Sei la nostra figlia adottiva. Ti ho vista viva e ti ho vista su un freddo letto di marmo. Ti ho osservato. Ogni tuo segno. Le labbra erano livide per i colpi presi. Però, i tuoi occhi semichiusi e le tue labbra, stavano sorridendo. Lo giuro. L’ho visto. Mi hai mandato il tuo messaggio, il tuo sorriso anche in quel momento drammatico. Qualcuno ha voluto toglierti il tuo sorriso, ma non ce l’ha fatta. ll tuo sorriso è il saluto che porto qui. Il tuo saluto e il tuo ringraziamenti. Ciao Yana”.

Dopo la celebrazione il feretro ha proseguito per il cimitero locale dove Yana è stata salutata per l’ultima volta con un canto in ucraino. Yana riposerà per sempre nel paese che l’aveva vista da ragazzina riuscire a superare finalmente quel problema di salute che l’aveva attanagliata da bambina e trascorrere così giorni felici accanto ai nonni e ai tanti che le volevano bene.

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