Zolezzi:”Stop agli incentivi per la gestione dei rifiuti organici urbani provenienti da fuori regione”

ROMA – Stop agli incentivi per la gestione dei rifiuti organici urbani provenienti da fuori regione: è questo il contenuto dell’emendamento presentato al decreto Proroghe, dal deputato M5S Alberto Zolezzi.

“L’obiettivo dell’emendamento è stimolare la gestione a filiera corta dell’organico e il recupero di materia, in relazione all’importanza del carbonio nel suolo e della riduzione dei concimi chimici” spiega Zolezzi.

“Secondo il Cnr (Blonda et al) dal biometano ottenuto con i rifiuti si ottiene 1,2 di indice di ritorno energetico, cioè Il 20% in più di quanto entra ma solo a filiera corta; se la filiera si allunga si spreca energia e incentivi (per esempio va considerato il trasporto dei rifiuti)”.

Studi già pubblicati e altri in corso confermerebbero infatti la teoria che il compost incrementi la biodiversità del suolo aumentando la flora batterica (microbioma) al contrario del rifiuto successivo alla digestione anaerobica dei rifiuti organici.

“È di ieri la notizia dell’inchiesta di Pavia sulla maxi truffa da 143milioni ai danni dello Stato sugli incentivi per l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e delle biomasse legnose – commenta Zolezzi – in quel caso gli incentivi riguardavano l’importazione di legname dall’estero con il risultato di sprecare più energia per trasportarlo rispetto a quella ottenuta bruciandolo. Lo stesso discorso vale per gli impianti di biometano.

Il futuro del nostro territorio e delle prossime generazioni sta nel produrre in maniera sostenibile rispettando l’ambiente. Non salveremo il mondo con il greenwashing” conclude Zolezzi non prima di aver fatto un riferimento alla questione polveri sottili:

“I dati pubblicati recentemente dall’Agenzia Europea Ambientale, sulla mortalità da polveri sottili in relazione al particolato primario e secondario (70% del totale), confermano oltre 84mila decessi in Italia nel 2018 per gli inquinanti atmosferici. Va sottolineato che i superamenti sono aumentati, dal 2018, in molte realtà del nostro Paese, ma in particolare quelle padane dove hanno sede proprio la maggior parte degli impianti bioenergetici e da dove provengono la maggioranza delle richieste di nuovi impianti a biogas e biometano (10 impianti solo nella nostra provincia, tutti con filiera interregionale).