A spasso tra la Zanzara e la Canottieri ricordando i miti dell’atletica mantovana

MANTOVA – Continuano gli eventi inseriti nella rassegna “Giardini di Cultura”. Sabato scorso la camminata dalla Zanzara alla Canottieri con l’intervento di Tito Righi che ha ricordato alcune figure storiche dell’atletica mantovana.

Una camminata suddisiva in tre parti, dove i partecipanti hanno riscoperto storie di sport e di vita. Quelle di atleti mantovani che hanno primeggiato a livello nazionale e mondiale. Dagli anni ’30 ad oggi Mantova rappresenta una fucina importante per l’atletica italiana. Questo anche grazie al grande lavoro della Libertas, società storica mantovana nata nel 1952. Ma la storia dell’atletica mantovana affonda le sue radici in anni ben antedecedenti.
Il primo che si ricorda, Luigi Rossini, specializzato nei 5.000, 10.000 e nella maratona. Corridore di fondo puro, era il numero uno in Italia ma era privo del braccio destro, e forse fu proprio per questo che la Nazionale Italiana lo escluse dalle Olimpiadi, nel 1928 ad Amsterdam, nel ’32 a Los Angeles e nel ’36 a Berlino.
Poi ancora Lorenzo Toso, la suzzarese Ada Turci protagonista a Helsinki, Mario Colarossi velocista nei 100mt che fece il tempo di 10” e 6 decimi alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956. Colarossi, ingegnere, era professore di matematica al Pitentino. Poi ancora, Attilio Palma, Gianni Ronconi, semifinalista a Montreal nel ’76 nei 110 ostacoli. Tra gli atleti più recenti si ricordano Simona Parmigiani e Diego Marani.

Così come sono state ricordate alcune imprese della Libertas tra cui quella della 4×400 a Bologna con Stefano Simonazzi, Andrea Piccini, Davide Pagani ed Emiliano Bertuzzi. Ed anche alcuni atleti mantovani di belle speranze che poi divennero affermati giornalisti,  come Gianni Cancellieri, Adalberto Scemma e Werther Gorni.

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