Al Bellini il libro “Risorgimento asolano: tra celebrazione e assistenza (1848-1859)”

ASOLA – Verrà presentato domenica alle 16 al Museo Civico “G. Bellini” il libro “Risorgimento asolano: tra celebrazione e assistenza (1848-1859)”, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Asola. Il volume è il risultato della composizione di diversi contributi che mirano a far emergere, nel periodo cruciale per i destini italiani che va dal 1848 al 1859, la specificità del ruolo della cittadina asolana.

Da una selezione di testimonianze documentarie emerge la temperie risorgimentale ad Asola, i “mitizzati protagonisti” delle sanguinose battaglie delle celebrazioni rievocative ufficiali e i protagonisti, invece, “di secondo piano” rappresentati dalla gente comune asolana coinvolta spesso, suo malgrado, nel sacrificio richiesto dagli eventi bellici insurrezionali del 1848 e dai riflessi della battaglia di S. Martino e Solferino.

A un secolo e mezzo circa dagli avvenimenti, con la riproposizione di due saggi del compianto don Stefano Siliberti e di don Massimiliano Cenzato, tornano alla ribalta due figure del clero mantovano particolarmente rilevanti per Asola: mons. Giuseppe Rondelli e mons. Luigi Visentini, accertati, sicuramente, come due parroci di “bandiera” italiana, per la sensibilità alle idee di modernità e progresso civile.

Calandosi, invece, con i contributi di Sergio Leali e Mario Ercole Villa, nella realtà storica concreta della documentazione comunale, si arriva alla memoria degli episodi reali, che lontana da narrazioni enfatiche o retoriche, rivela con grande chiarezza, come Asola reagì alle esigenze provocate da questa importante pagina di storia nazionale, ovvero, ci permette di comprendere meglio le implicazioni o complicazioni della vita in quel determinato momento storico fatto di reclutamenti, di requisizioni tese al reperimento diretto di quanto necessario ai bisogni dei vari eserciti di passaggio, di devastazioni nei campi e negli orti. Non ultimo, il generale clima di insicurezza ed esasperazione generato dalla permanenza delle truppe, anche straniere, acquartierate nei paesi, dalla presenza di migliaia di uomini, sani o ammalati, soldati provati dalla fatica degli spostamenti, dalle battaglie sostenute o dalla tensione per gli agguati.

Chiude la miscellanea, la relazione storico-documentale della dott.ssa Licia Caspani sull’ospedale di Asola che proprio nel periodo risorgimentale, per il gran numero di feriti, vive uno dei momenti di maggior tensione, rimanendo drammaticamente coinvolto negli eventi e riscoprendo, in fondo, la vocazione solidaristica delle sue origini che affondano nel Consortium et hospital Dominae Sanctae Mariae de Asula dei poveri di antica memoria, subentrato, poi, nel luogo dell’ospedale delle milizie ubicato esattamente dove si trova l’attuale presidio ospedaliero. Un lavoro prezioso che getta sicuramente le basi per una più esaustiva storia dell’ospedale di Asola.

Due volti del Risorgimento asolano, dunque: il risorgimento delle scadenze commemorative patriottiche, e quello, invece, vissuto concretamente da una cittadina improvvisamente “scossa” dagli eventi insurrezionali del 1848 e coinvolta, da un punto di vista assistenziale, nel day after della battaglia di S. Martino e Solferino.

Il filo conduttore, tra ricordi celebrativi ufficiali e testimonianza documentarie, evidenzia la specificità del ruolo asolano nel periodo cruciale per i destini italiani che va dal 1848 al 1859; in altre parole, il segno lasciato da Asola in questa importante pagina di storia nazionale.

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