E’ andato al mantovano Franco Visioli il Leone D’Oro alla carriera della Biennale Teatro di Venezia 2020. Classe 1956, Visioli è un sound designer straordinario che ha accompagnato con le sue composizioni sonore i più grandi registi della seconda metà del Novecento, facendo da ponte con i registi del ventunesimo secolo.
“Con questo Leone – ha detto Visioli -vorrei segnalare una figura che, nel teatro, spesso condiziona la riuscita di uno spettacolo e la sua scrittura scenica: il compositore, disegnatore del suono o se vogliamo drammaturgo del suono. Il suono è sempre stato fondamentale per uno spettacolo, spesso è stato ed è uno spazio sonoro che riesce a sostenere la regia laddove non riescono a farlo scenografi o costumisti, e in alcuni casi gli attori stessi”.
Diplomato presso il Recording Workshop OH, Usa nel 1987, Visioli dal 1988 ha al suo attivo oltre 100 allestimenti nei maggiori teatri italiani ed esteri collaborando con alcuni tra i registi più importanti della scena italiana ed europea come Thierry Salmon, Peter Stein e Massimo Castri, con cui ha lavorato stabilmente a partire dal 1989 a tutti gli spettacoli messi in scena dal regista. Molte le collaborazioni, tra cui quelle con Cristina Pezzoli, Agnese Cornelio, Marco Plini, Pietro Faiella, Marcello Cava, Stefania Felicioli, Tommaso Tuzzoli, Franco Palmieri, Monica Conti, Linda Dalisi, Katrin Hammerl, Irene Di Lelio, Giuseppe Stellato, Leonardo Manzan. Del 2002 l’incontro con Antonio Latella con il quale nasce un sodalizio artistico che porta alla fondazione nel 2011 di stabilemobile. Cura per Rai Radio3 la regia di Totò il Buono (2006) e Francamente me ne infischio (2014). Per la Biennale Teatro di Venezia diretta da Antonio Latella conduce due masterclass, nel 2017 con Letizia Russo sulla figura di Unica Zürn e nel 2019 con Annelisa Zaccheria sul rapporto fra scenografia e suono.