MANTOVA – Era arrivato a Mantova trent’anni fa per la mostra di Giulio Romano del 1989 che diede il via alle grandi esposizioni a Palazzo Te.
Da allora il grande quadro de I Due Amanti, conservato all‘Ermitage di San Pietroburgo non è più stato prestato a Mantova ma il capolavoro di Giulio Romano è stato negato anche a importanti mostre realizzate in altre città.
Oggi il suo arrivo a Palazzo Te. Ecco l’attesissimo momento in cui è stata estratta dalla cassa l’opera, giunta a Mantova la prima volta nel 1524, probabilmente come dono dell’artista al marchese Federico che si accingeva ad ospitarlo.
Ad affiancarlo due lavori affini: Mercurio ed Erse – maestoso arazzo anche lui arrivato oggi, in questo caso dal Metropolitan di New York – è l’arazzo più antico conservato al museo della Grande Mela – e Giove e Danae – cartone di grandi dimensioni, probabilmente realizzato come studio per un arazzo ora perduto. Le opere sono tra le più preziose tra quelle che da domenica si potranno ammirare a Palazzo Te nella mostra Giulio Romano: Arte e Desiderio, che indaga la relazione tra immagini erotiche del mondo classico e invenzioni figurative prodotte nella prima metà del Cinquecento in Italia.
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E il tema della mostra, che offre al pubblico la possibilità di indagare un aspetto relativamente poco noto dell’arte del Rinascimento, è infatti strettamente connesso al luogo che la ospita. Soggetti erotici e storie amorose sono infatti ricorrenti nelle sale di Palazzo Te, capolavoro indiscusso della carriera artistica di Giulio Romano.