MILANO – Vedendola, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a una splendida top model. Splendida lo è la mantovana Mariam Battistelli ma le sue doti e il suo impegno l’hanno portata a calcare non le passerelle dell’alta moda (anche se qualche sfilata non è mancata) bensì i palcoscenici più importanti del mondo come soprano.
E ora è arrivato il momento più atteso ed emozionante di tutti: il debutto alla Scala avvenuto la scorsa settimana ne “La Bohème” dove fino al 26 marzo è Musetta nell’opera pucciniana con l’allestimento ideato da Franco Zeffirelli nel 1963 e messo in scena per celebrare i cento anni dalla nascita del regista.
Mariam Battistelli è nata ad Addis Abeba nel 1988 ma in Etiopia c’è rimasta molto poco visto che aveva pochi mesi quando alcuni medici mantovani che all’epoca lavoravano nel Paese africano l’hanno trovata in un orfanatrofio e hanno fatto in modo che nel giro di poco venisse adottata da una coppia di genitori mantovani.
Mamma e papà dopo poco si separarono, lei venne cresciuta da mamma Laura che come raccontato da Mariam in una recente intervista al Corriere della Sera “si è dedicata a me con tutte le forze. Bravissima a farmi sentire accettata da tutti, a mitigare ogni difficoltà”.
Mariam racconta gli inizi con la nonna Lilli che cantava romanze da “La Traviata” e “La Bohème” e che un giorno, a otto anni, la portò al Bibiena a vedere il “Don Giovanni” di Mozart. Lei ne fu entusiasta. Poi la fortuna di avere una maestra con la passione per la musica che la sentì cantare e la indirizzò a un insegnante di voci bianche. Arrivarono poi i corsi di flauto traverso e canto al Conservatorio Campiani dove si diplomò col massimo dei voti e a 18 anni arrivò anche l’incontro che cambiò la sua vita.
Mariam per mantenersi almeno in parte gli studi faceva la cameriera in un bar di Mantova dove un giorno al tavolino era seduto nientedimeno che Placido Domingo. Era in città per girare il “Rigoletto” di Bellocchio diretto da Zubin Mehta che andò poi in tv in mondovisione.
Il celebre tenore spagnolo, che a Mantova interpretò proprio il Buffone di corte con la voce da baritono, volle ascoltare la giovane Mariam e le fece avere una particina nell’opera Kolossal: il paggio. Ma proprio grazie a quella piccola parte la cantante mantovana si ritrovò catapultata a Valencia a studiare nel centro di perfezionamento di Domingo.
Da lì la è iniziata una carriera sfolgorante che l’ha vista nei teatri di Roma, Vienna, Madrid, Montecarlo, Amburgo, Napoli e molti altri. E ora alla Scala, il sogno di tutti i cantanti lirici che si avvera.
Il presidente del Conservatorio Campiani Giordano Fermi, che Mariam chiama “carissimo direttore” perchè questo era il suo ruolo quando lei era tra gli studenti in via Conciliazione, ne parla con giustificato orgoglio, e con altrettanto orgoglio ricorda che in questo momento sono due le ex studentesse mantovane del Campiani a calcare le scene dei teatri più importanti del mondo: Mariam Battistelli e Eleonora Buratto. Un grande orgoglio per il Campiani, certo, a conferma della qualità dei suoi corsi, ma un orgoglio per tutti i mantovani. E chissà che presto non possiamo scrivere di un’opera che veda in scena entrambe le regine mantovane della lirica. Sarebbe un bellissimo racconto con protagoniste queste due giovani donne che tengono alta in tutto il mondo la bandiera della loro città dove oltre quattro secoli fa nacque proprio l’opera lirica.