Don Rodrigo al tempo del Covid. Gaudenti e impenitenti nei giorni della pandemia visti da Stefano Albertini

Don Rodrigo al tempo del Covid. Gaudenti e impenitenti nei giorni della pandemia visti da Stefano Albertini

MANTOVA – Quarta puntata con le sindromi psico-caratteriali da coronavirus pensate e descritte da Stefano Albertini che ha fatto fare ai personaggi de I Promessi Sposi un salto nel futuro di quattro secoli e li ha calati nei nostri giorni della pandemia.
Oggi è la volta di don Rodrigo, l’antagonista principale del romanzo: un malvagio, mediocre, un debole che vuole apparire forte e che si circonda di gente come lui.
Chi sono i don Rodrigo dei giorni del Covid? Sentiamo cosa ci racconta proprio Stefano Albertini

Sindrome di don Rodrigo

don Rodrigo. Incisione di Francesco Gonin. Rielaborazione grafica di Francesco Maria Mussini

Di don Rodrigo, il cattivo del romanzo, Manzoni ci dice che, durante la pestilenza, passava il tempo con “amici soliti a straviziare insieme, per passar la malinconia di quel tempo” (cap. 33). È il gaudente impenitente che esorcizza la paura con il vino e la crapula.

Sono severamente affetti da sindrome di don Rodrigo i fighetti milanesi che hanno affollato i navigli nelle precedenti settimane e i dabben giovani che hanno riempito le piazze e i bar di tutta Italia sbevazzando spritz e aperitivi, spiattellattondoli su Instagram, fino a quando non è stato espressamente proibito dalle autorità, anche se era stato già vivamente sconsigliato dai sanitari. Non si sa se per effettiva guarigione degli individui affetti o come conseguenza delle misure restrittive, ma fortunatamente la sindrome di don Rodrigo è quasi scomparsa oggi in Italia.