Dosolo: il 7 marzo, per i giovedì dell’Anpi Viadana, la proiezione del film “Green border”

DOSOLO – Giovedì 7 marzo alle ore 20.45, presso il Cinema Gulliver di Dosolo, l’Anpi Viadanese “Lucia Sarzi” in collaborazione con Rete Rosa, MIA, Soroptimist, Tavola per la Pace presenta il film “Green Border”.

Nel 2022 le autorità di Varsavia accusavano la Bielorussia di aver attratto migliaia di migranti siriani, afghani e africani sulla rotta di Minsk, promettendo loro un facile approdo nell’Unione Europea attraverso il confine con la Polonia. Si trattava di una strategia messa in atto dal dittatore bielorusso Alexander Lukashenko per innescare un’emergenza umanitaria dentro l’Occidente, servendosi di inconsapevoli cavie umane. La Polonia rispedì sistematicamente i migranti oltre il confine, istituendo un’area “speciale” lungo la frontiera interdetta sia ai civili che alla stampa, dove gli attivisti locali hanno denunciato continue violazioni dei diritti umani; la Bielorussia ha rifiutato tuttavia di accogliere nuovamente i rifugiati sotto la sua giurisdizione, completando così il folle piano di Lukashenko. Green Border (2023) racconta la storia di questo tragico limbo, un purgatorio senza apparenti vie di fuga a metà strada tra salvezza e dannazione.

È verde il confine tra Bielorussia e Polonia. Ma questa volta non si tratta affatto del colore della speranza. Ne è perfettamente consapevole Agnieszka Holland che opta per una ruvida fotografia in bianco e nero per girare “Zielona Granica” (Green Border) il lungometraggio presentato in concorso alla 80.ma Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il premio speciale della Giuria. La settantaquattrenne cineasta polacca, due volte candidata al premio Oscar, ha portato al Lido un’opera che dirige l’attenzione su una tragedia ancora attuale.

“Green Border” supera il documentario, testimoniando la tragedia dei rifugiati sul confine tra Bielorussia e Polonia con una costruzione in tre atti che nulla toglie all’autenticità del resoconto ma, anzi, gli conferisce una carica emozionale necessaria, priva di sensazionalismi o di facili pietismi; lo stesso vale per la bellissima fotografia bicroma con cui Agnieszka Holland ha ritratto un inferno alienante, dove i corpi dei vivi e dei morti appaiono indistinguibili, privi di identità, spogliati di ogni dignità. Si tratta di un’opera, che chiama in causa direttamente lo spettatore imponendo di aprire gli occhi.

Guardare dentro il “confine verde” comporta una vera assunzione di responsabilità.

“Green Border” attraverso immagini potenti parla al cuore dello spettatore e lo invita a riflettere sulle scelte etiche con cui ogni essere umano deve confrontarsi.

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