Ducale, acquisito il ritratto dell’incoronazione di Vincenzo I Gonzaga: sarà nella Sala degli Arcieri

MANTOVA – La Sala degli Arcieri a Palazzo Ducale di Mantova è il cuore del progetto di riallestimento con il quale il museo partecipa alle iniziative dell’autunno 2023 dedicate a Rubens. Dalla prossima settimana il maestoso salone accoglierà una nuova importante opera, frutto di un recente acquisto dello Stato italiano: si tratta di un ritratto di Vincenzo I Gonzaga – protettore e committente di Rubens – immortalato nel giorno della sua incoronazione a duca di Mantova. La mano è quella del pittore fiammingo Jean Bahuet, ritrattista di corte a fine Cinquecento.

Il dipinto proviene dalla raccolta Maraini Guerrieri di Palidano di Gonzaga (Mantova) e fu presentato nel 2002 nella mostra “L’eredità di Isabella”; fu allora studiato e approfondito da Chiara Pisani, le quale riconobbe il significato e l’importanza simbolica del ritratto che mostra, a figura intera, Vincenzo I Gonzaga in una veste particolarmente sontuosa, indossata il giorno della sua incoronazione a duca di Mantova. Il ritratto fu poi esposto alla mostra presso il Museo Diocesano “Vincenzo I Gonzaga. Il fasto del potere” (febbraio-giugno 2012) a cura di Paola Venturelli e l’anno scorso presso Palazzo Ducale di Genova alla mostra dedicata a Rubens. Nato nel 1562, Vincenzo divenne duca al compimento dei venticinque anni: era il 22 settembre 1587. L’evento dell’incoronazione è narrato da varie fonti e il cappellano di corte, Federico Follino, stese una dettagliata descrizione della cerimonia, che fu pubblicata nello stesso 1587. Su un grande palco apparve il nuovo duca, «vestito come in simile cerimonia si costuma, d’un’habito bianco, di grandissimo prezzo per gli molti ricami gemme & oro, ch’erano lavorati in quello; si pose poi in testa la beretta Ducale di raso bianco, foderata nell’ala di preciosissime pelli d’armellini, con una Corona regia sopra; in mezo della quale, a punto in fronte, vi era un carbonchio di valore di dieceotto mila scuti; vi erano poi molti altri gran pezzi di Diamanti, Rubini, & Perle di tal fatta, che si stima arrivasse assai oltre a centomila scuti. Si vestì anco il manto Ducale, il qual era pur di raso bianco stampato, con un fregio largo un palmo intorno, tutto ricamato di perle, argento & oro tirato, con tanta maestria, che a punto parevano tutte gemme, & perle. Ma nella parte che copriva le spalle, girando sino per tutto inanti’l petto, erano accomodate alcune pelli de Vari bianchi come Armellini, con le sue codette negre sparse per dentro, che facevano bellissima vista».

L’abito indossato dal duca Vincenzo destò stupore e, d’altronde, sappiamo a quali eccessi di lusso il duca tendesse: novello Sardanapalo, persino nelle ultime ore di vita (morì il 18 febbraio 1612), anziché stringersi attorno a simboli religiosi, «cominciò a far portare gioie in tanta bellezza et quantità che è stupore».

Con Vincenzo I Gonzaga e con sua sorella Margherita Gonzaga d’Este nasce a Mantova la produzione di una ritrattistica di rappresentanza, caratterizzata da numerose opere, di mani, formati e funzioni diversi. Il “Ritratto di Vincenzo I con l’abito dell’incoronazione” è forse una delle prime testimonianze di questo cambio di passo, con immagini a figura intera; l’indubbia importanza dell’opera ha portato Palazzo Ducale a tentarne l’acquisizione.

«Se il dipinto giunge ad arricchire le collezioni permanenti del Museo di Palazzo Ducale – dichiara il direttore di Palazzo Ducale di Mantova Stefano L’Occaso – è merito della proprietà, della Galleria Mossini e della Direzione Generale Musei. Voglio ringraziare anzitutto la Galleria Mossini di Mantova – Massimo e Marcello Mossini – perché hanno condotto la trattativa non solo in maniera molto professionale, ma anche o soprattutto con il cuore: so che anche per loro è una grande soddisfazione sapere l’opera tra le mura del Palazzo Ducale e so che hanno contribuito con generosità all’operazione, che li vede quasi nel ruolo di sponsor. L’altro sincero ringraziamento va al prof. Massimo Osanna, direttore generale del Ministero, a tutto il suo staff e al Comitato Tecnico Scientifico, che ha accolto la proposta di Palazzo Ducale e l’ha resa realtà». Il duca torna a casa, effigiato nell’ampia tela che si attribuisce al pittore fiammingo Jean Bahuet.

«Il Museo di Palazzo Ducale – afferma Massimo Osanna, Direttore Generale Musei per il Ministero della Cultura – sta portando avanti una serie di recuperi del patrimonio artistico, anche con propri fondi, alla quale la Direzione Generale è lieta di contribuire; ricordo che l’inizio del mandato di L’Occaso coincise con l’acquisto dell’arazzo di Giulio Romano con gli ‘Eroti’ di Filostrato e che lo scorso anno abbiamo permesso al Museo di riportare ‘a casa’ la preziosa ‘Allegoria della casata Gonzaga Nevers’ del genovese Grechetto. Quest’anno il regalo di Natale è un’immagine unica del duca Vincenzo, committente di Claudio Monteverdi, di Pietro Paolo Rubens, di Antonio Maria Viani e innumerevoli altri artisti. Il Museo recupera un altro prezioso tassello della storia di Mantova».

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